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Ritorno all’obbligo della mascherina all’aperto e Green pass rafforzato, rilasciato solo dopo la seconda dose. Con forti pressioni, ad esempio dalla Regione Lazio, perché si facciano scelte come quella francese che ha introdotto il pass per treni, ristoranti, cinema e musei. Ecco alcune delle misure allo studio, mentre prosegue la corsa dei nuovi casi positivi che rende sempre più probabile la proroga dello stato di emergenza fino al 31 ottobre. E occhio: non succedeva da tre mesi e mezzo, ma ieri il numero dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali italiani è aumentato rispetto al giorno prima. Sono 12 in più, nulla di drammatico, ma è un segnale. Un pessimo segnale, perché dimostra che a causa di una platea ancora ampia di non vaccinati con doppia dose, il 60 per cento degli italiani, la diffusione della variante Delta sta causando i primi contraccolpi sul sistema sanitario. E la vaccinazione sembra essersi arenata perché è vero che viaggia a circa 500mila dosi al giorno (in media), ma al 90 per cento sono richiami, la quota di persone che stanno cominciando il percorso vaccinale è bassa.
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Variante Delta, aumento casi e rischio zona gialla
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri ha ribadito: ogni settimana c’è il monitoraggio dell’andamento della epidemia. Il sistema, con i parametri che dipendono molto dalla incidenza dei casi, è sempre in vigore. Questo significa che presto alcune Regioni finiranno in fascia gialla. Chi dice «siamo ancora lontano dal superamento dei 50 casi ogni centomila abitanti su base settimanale» dice il vero, perché le Regioni con il valore più alto oscillano tra 15 e 20, ma finge di non vedere il ritmo di crescita attuale dei numeri, che di fatto comporta quasi il raddoppio rispetto a sette giorni prima. Prendiamo il caso di ieri: 888 nuovi infetti, apparentemente un dato basso, ma bisogna raffrontarlo con quello di sette giorni prima, quando furono 480, l’incremento è stato dell’85 per cento. Per capire: se anche giovedì si confermerà una percentuale di crescita simile, saremo ampiamente oltre quota 2mila casi giornalieri, sette giorni dopo ci avvicineremo a 4mila. Con questi numeri e a parametri invariati molte Regioni andrebbero in zona gialla, con chiusure e coprifuoco. Tra l’altro, il tasso di positività dei tamponi ora è all’1,21 per cento. Per questo le Regioni stanno premendo per andare a rivedere il meccanismo.
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E anche uno molto prudente e spesso in linea con il ministro Speranza, l’assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna (che coordina tutti i colleghi delle varie Regioni), Raffaele Donini, riflette: «Una valutazione va fatta, perché i contagi di oggi, non hanno le stesse conseguenze di quelli che registravamo quando non c’erano i vaccini.
Scelte
Dalle Regioni, ma anche da esponenti del Cts, c’è pressione perché si applichi il modello Israele, consentendo di andare a un evento sportivo, a uno spettacolo, a una festa o anche semplicemente al ristorante solo ai vaccinati. Perché i vaccinati devono rinunciare a molte attività a causa di coloro che non si vogliono vaccinare? La riflessione è in corso visto che siamo in una fase in cui ci sono dosi per tutti coloro che vogliono aderire alla campagna di immunizzazione. L’alternativa, con i casi che aumentano, è quella di tornare alle chiusure o al coprifuoco, scelta che non sarebbe compresa da quel 40 per cento di italiani che si sono vaccinati con doppia dose.
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Quotidiano Di Puglia