Se avete un po' di tempo, collegatevi alla pagina pubblica di Fb del ministro pentastellato Barbara Lezzi. L'ultimo post della senatrice leccese, sempre molto attiva sui...
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Ma i social, si sa, non perdonano. Non basta tacere per passare inosservati quando conviene. Anzi. Leggeteli i commenti di queste ore sulla pagina Fb della Lezzi al post che non c'è. E capirete perché la sola idea di poter governare processi e fenomeni complessi della società moderna cavalcando l'onda dell'emotività, solleticando la superficialità della rete, alimentando la disinformazione, esaltando l'incompetenza come valore, allevando gli squadristi da tastiera e, magari, invocando la magistratura a risolvere questioni che la politica non riesce a risolvere, era e resta una follia. E capirete anche perché il successo e i consensi costruiti in rete, spesso sulla gratuità e sulla violenza delle parole contro gli avversari, hanno fiato cortissimo. Quanto più veloce e travolgente è la fase ascendente della parabola, tanto più rapida e rovinosa è la fase discendente. Soprattutto se dietro quel successo e quei consensi c'è il nulla. Né competenze, né solide letture, né capacità di analisi dei fenomeni e di studio dei dossier, ma solo like e visualizzazioni in rete, tra l'altro ben orchestrate dal centro unico di smistamento.
Che sia da lezione per tutti, anche per quei sindaci e governatori che fin qui hanno tentato di scimmiottare questo modo di fare politica. Governare è cosa maledettamente seria e difficile. Vuol dire assunzione di responsabilità. Vuol dire essere capaci anche di scelte impopolari. Vuol dire parlare sempre il linguaggio della verità, non prendere in giro gli elettori per ottenere consensi. E di persone che sanno governare, più che smanettare sulle tastiere, il nostro Paese e il nostro territorio hanno un evidente bisogno. Perciò, che sia da lezione per tutti. Prima che sia troppo tardi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia