La notte dei licei classici è un successone, e greco e latino diventano l’avamposto della cultura nazionale. Giustissimo. Ma bastano i classici greci e latini per...
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Il libro di Dario non vuole essere un testo che spiega l’evoluzione, e i suoi errori di interpretazione del pensiero evolutivo confermano la sua tesi: la teoria dell’evoluzione non fa parte della nostra cultura. Nomina Letizia Moratti e le attribuisce, giustamente, l’onta di aver tolto l’evoluzione dai programmi della scuola dell’obbligo quando coprì il ruolo di ministro della pubblica istruzione. Ma Moratti non fu la sola. Poi toccò a un vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche dichiarare tramontata l’ipotesi (così la chiamò) dell’evoluzione. Fu l’Accademia Pontificia delle Scienze a difendere l’evoluzione dagli attacchi del vicepresidente del Cnr! Forse Dario non se ne accorse, perché sarebbe stata una bella farsa, da mettere sul palcoscenico: il Vaticano, con la sua Accademia scientifica, difende l’evoluzione dagli attacchi del vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Mi chiederete: ma chi aveva messo un legionario di Cristo alla vicepresidenza del Cnr? Risposta: Mariastella Gelmini. Prima Moratti e poi Gelmini si accaniscono contro Darwin, da ministre della pubblica istruzione. Lo fece anche Antonino Zichichi, affermando che, visto che non c’è la formula dell’evoluzione, allora l’evoluzionismo non è una scienza!
Gli evoluzionisti ci hanno provato in tutti i modi, per esempio con il Darwin Day, il 12 febbraio, data del compleanno di Darwin, a mostrare l’importanza del pensiero evoluzionista. Ma le prediche arrivano a chi è già convertito, e l’ignoranza rimane rampante nella stragrande maggioranza della popolazione, come nota anche Dario nel suo libro. Se stiamo distruggendo le premesse per la nostra stessa sopravvivenza, con assurde corse alla crescita infinita, è per ignoranza delle leggi della natura che Darwin ha così mirabilmente disvelato. Ma non basta avere avuto una grande, grandissima idea. Non basta che essa si affermi in modo incontrovertibile nella scienza. Bisogna che sia compresa da tutti e diventi bagaglio culturale di tutti, assieme ai classici latini e greci. Invece, con ottusa volontà suicida, ci rifiutiamo di aprire gli occhi sul nostro posto nella natura, e lavoriamo alacremente per creare le premesse per mutare le condizioni che permettono il nostro benessere. L’idea di Darwin ci può salvare. Ignorarla è molto pericoloso. Da una parte fuggiamo in avanti e bruciamo le conoscenze acquisite (come fecero Moratti, Gelmini e Zichichi) dall’altra ci rifugiamo in un lontano passato nell’illusione che basti per formare le menti. Giustissimo leggere i classici greci e latini, ma fermarsi lì e non conoscere Darwin e le leggi della natura significa avere una cultura a metà. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia