«Certo, un po' di paura ce l'abbiamo anche noi, ma l'adrenalina vince su tutto». Antonio, in boxer...
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Antonio, in boxer bianchi, è appena emerso dal suo salto nel mare. Un volo di almeno 20 metri prima di entrare in acqua. Lo scoglio che ha scelto per tuffarsi è una decina di metri sotto rispetto al ponte del Ciolo. Tutto si consuma in meno di mezzo minuto. La concentrazione con gli occhi fissi sull'acqua, lo stacco e poi il volo a candela fino a toccare il mare.
Antonio è al Ciolo con i suoi amici, tutti bravi ragazzi del Capo di Leuca. Fanno i tuffi da sempre e, con la loro età, è cresciuta anche l'altezza degli scogli.
«Nessuno ci controlla - racconta il ragazzo, quasi stupito -. Finora non ci hanno detto niente sul divieto di fare i tuffi o il bagno. Sin da piccoli siamo qui, questo è il nostro mare, siamo cresciuti da queste parti».
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Per Antonio e i suoi amici i tuffi è normale divertimento, ma alle spalle hanno anni di esperienza. E ci tengono a dirlo.
«Da tanti anni vediamo gente che si tuffa da qualsiasi punto, persino dal ponte - continua il ragazzo -. Abbiamo visto anche qualcuno che si è fatto male davvero, come la ragazza di giovedì scorso».
Eppure ieri Antonio è tornato a tuffarsi. La paura che anche lui possa accadere un incidente non lo ferma.
«Sono molti i turisti che improvvisano il tuffo - spiega -, ricordo un turista di 41 anni che dopo essersi buttato, fu spinto dalla corrente sugli scogli, facendosi male seriamente. Noi abbiamo iniziato da piccoli da uno o due metri d'altezza per poi salire piano piano. Questo vogliamo far capire ai turisti: non possono arrivare da un giorno all'altro e decidere di tuffarsi da oltre 20 metri come se niente fosse. Bisogna capire la tecnica per poi sapersi lanciare. Naturalmente è rischioso anche per noi, ogni tuffo è sempre una scommessa con il destino. Sono state le persone più grandi che ci hanno insegnato come e dove tuffarci, bisogna conoscere bene anche il fondale. Per noi è adrenalina pura».
Difficilmente termineranno i tuffi al Ciolo, dove pure un mese fa un altro ragazzo di 20 anni - dopo il salto - è finito in ospedale con una lesione midollare. Non si può fare affidamento sulla responsabilità dei ragazzi, ma bisogna fermare una pratica che ogni estate mette al repentaglio tante vite.
P.Gre.
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Quotidiano Di Puglia