Tragedia del bus a Mestre. La vicina: «Alberto aveva trovato il lavoro della sua vita. Poi mio figlio mi ha mandato quel messaggio con due parole... e ho capito» Video

VAZZOLA (TREVISO) - «Alberto aveva trovato il lavoro della sua vita, gli piaceva così tanto, aveva tanta passione... io me lo ricordo con il furgone della Bofrost...

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VAZZOLA (TREVISO) - «Alberto aveva trovato il lavoro della sua vita, gli piaceva così tanto, aveva tanta passione... io me lo ricordo con il furgone della Bofrost agli inizi, poi sono arrivati i pullman», parla tra i singhiozzi Rossella Narder, vicina di casa della famiglia di Alberto Rizzotto, autista alla guida del bus pecipitato nella serata del 3 ottobre a Mestre

«Alberto lavorava con i turisti, le squadre di calcio, del suo impiego parlava sempre: sui social faceva quei post dove raccontava dove era e cosa faceva. Era un bravissimo ragazzo, un pezzo di pane». Difficile trattenere le lacrime per la signora Narder, che vive in quella frazione di Vazzola, Tezze di Piave, in provincia di Treviso, dove tutti si conoscono e i bambini li vedi crescere, li segui nei loro fallimenti e successi. E si capisce bene che la signora Narder a quel ragazzo voleva bene, si interessava di quello che faceva, si comprende cosa significhi una comunità unita, ora purtroppo unita nel dolore. «Quando abbiamo sentito 40anni, di Treviso, abbiamo subito pensato che fosse lui... sapevamo la tratta che faceva, lo sapevamo... ma sono andata a dormire sperando che non fosse così. Poi stamattina mio figlio mi ha inviato quel messaggio, due parole - Alberto Rizzotto - e ho capito». 

 

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Quotidiano Di Puglia