ROMA – I primi 656 chilometri contro il tempo completati nei Rally di Montecarlo e di Svezia (sarebbero stati 714, ma tre speciali sono state annullate) hanno emesso i primi...
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I primi due rally hanno dimostrato che, attualmente, tre “trinomi” (auto, pilota e navigatore) sono in grado di salire sul podio, perché a Monaco e Torsby, anche se in ordine diverso si sono alternati sempre gli stessi. Gli ordini di arrivo dicono che la “rivelazione” di questo avvio di campionato è stata l'estone Ott Tänak (terzo e secondo), per nulla intimorito dalla “rivalità” interna al team M-Sport con Ogier.
Latvala e Toyota sono stati i più “completi”: la vettura è affidabile, esattamente come lo sono pilota (quarto successo in Svezia con tre auto diverse) e co-pilota, e le scelte compiute finora hanno premiato. Con il Gazoo Racing, il costruttore giapponese è tornato al successo dopo 18 anni già al secondo “assalto”. «È stato fantastico tornare a vincere una tappa del WRC - ha commentato il Team chairman Akio Toyoda - non immaginavo che sarebbe arrivato così presto». «Prima della partenza - ha aggiunto - ho scambiato due chiacchiere con Tommi e Jari-Matti ed abbiamo parlato di quanto fosse importante stabilire una sintonia ed un rapporto intimo con la macchina. La comunicazione costante tra uomo ed automobile è fondamentale, tanto nelle corse, quanto nella vita di tutti i giorni».
Hyundai, fino ai due errori compiuti da Thierry Neuville sempre alla vigilia dell'ultima giornata quando aveva un margine più che rassicurante sugli avversari, è sembrata essere superiore agli altri costruttori. Solo che a quanto pare ha un problema con i piloti: il belga sbaglia quando è chiamato a confermare la sua superiorità (“mi dispiace per tutto il team che un piccolo errore di guida ci abbia fatto perdere il primato nel rally”), ma Dani Sordo continua non riuscire ad assestare la “zampata” giusta e Haydon Paddon è lontano dalla forma migliore, anche se in Svezia era forse ancora scosso per l'incidente di Montecarlo.
L'onore di Citroen è stato finora salvato da Craig Breen, due volte quinto (a Montecarlo addirittura con la “vecchia” DS3), mentre l'atteso Kris Meeke ha messo assieme la miseria di due punti, quelli dello power stage svedese. “Abbiamo raccolto qualche soddisfazione con la perfetta affidabilità raggiunta in questo fine settimana – ha commentato il numero uno della scuderia Yves Matton – È evidente che ci aspetta ancora del lavoro per fare in modo che le nostre vetture esprimano al meglio le loro potenzialità in certe condizioni”. Che però d'ora in avanti saranno diverse: in Messico, tra il 9 ed il 12 marzo, si disputa la prima prova su sterrato, anche se a quote elevate.
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Quotidiano Di Puglia