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Avanti, su tutti i fronti, con un nuovo management e con una nuova strategia industriale e di prodotto. Il nuovo ceo di Nagoya, Kōji Satō, non è un presenzialista, ma sta già imprimendo la propria impronta con l’appoggio del suo predecessore, Akio Toyoda, e anche dei mercati azionari che hanno accolto con evidente favore i programmi che riguardano il futuro del gruppo automobilistico numero uno al mondo. Nella sostanza, Toyota conferma la sua visione multitecnologica, ma spinge ulteriormente l’acceleratore su elettrico e l’idrogeno, allocando oltre la metà delle risorse sullo sviluppo avanzato e, allo stesso tempo, punta sulla razionalizzazione industriale e l’abbattimento dei costi.
Tra i macro obiettivi: maggiore localizzazione delle attività di sviluppo dei prodotti nelle singole aree (dunque auto più europee per l’Europa); riduzione del peso attraverso l’impiego di presse giganti sull’esempio di Tesla, che utilizza sistemi costruiti dalla Idra Group di Travagliato (BS); infine ricorso all’intelligenza artificiale per la progettazione, in particolare per l’aerodinamica. La struttura dei veicoli sarà ancora più modulare permettendo di dimezzare gli investimenti sugli stabilimenti e ridurre del 30% quelli per lo sviluppo già dal 2026 con la prospettiva di arrivare al 50%. Così come per i sistemi di propulsione, anche per le batterie l’approccio sarà multiplo: si andrà dalle più economiche LFP (Litio-Ferro-Fosfato) a quelle con celle prismatiche fino a quelle allo stato solido in arrivo per il 2025 che potranno raggiungere un’autonomia di 1.000 km con la prospettiva di arrivare fino a 1.500 km. In generale, entro il 2026 l’autonomia crescerà del 20% e i costi saranno abbattuti del 40%.
Nel 2027 ci sarà anche una batteria high performance da 1.000 km di autonomia che nel triennio successivo aumenterà l’autonomia del 10% e calando i costi della stessa percentuale.
Altra grande novità sarà il ritorno della nuova Land Cruiser, anch’essa dotata finalmente di propulsione ibrida. Ambiziosi anche i piani sull’idrogeno in un mercato delle fuel cell che nel 2030 varrà 5mila miliardi di yen (oltre 32 miliardi di euro). Anche qui la riorganizzazione ha portato alla creazione di una struttura di coordinamento centrale denominata Hydrogen Factory e l’obiettivo è abbattere i costi delle celle a combustibile del 37% spingendo su sviluppo e cooperazione per l’impiego di questa tecnologia nei campi più disparati, che vanno ben al di là dell’automobile. A Nagoya affermano di avere già 100mila ordini in portafoglio, in prevalenza per i mezzi commerciali. E all’orizzonte si prospettano altri utilizzi dell’idrogeno come quello degli e-fuel e da combustibile per i motori a pistoni. Toyota sta già sperimentando questa tecnologia con una Corolla dotata del 3 cilindri 1.6 della GR Yaris nelle corse di durata in Giappone e a Le Mans ha presentato la GR H2 Racing Concept, un prototipo pronto per correre la 24 Ore del 2026. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia