PARIGI - La sigla di progetto Z32 è decisamente meno intrigante del nome Trezor scelto dai vertici Renault per la coupé elettrica a due posti presentata in premiere...
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Lunga 4,7 metri, larga 2,18 e alta 1,08 metri, nelle sue forme originali la Trezor ostenta le peculiarità tradizionali delle GT a cominciare dalla presa d'aria a nido d'ape sul cofano che richiama la struttura posteriore della carrozzeria. Queste forme esagonali compongono una presa d'aria a geometria variabile, il cui movimento conferisce uno stile dinamico e trasmette l'impressione che il veicolo respiri. Sulla fiancata, dal lato del conducente, lo sportello della benzina è sostituito da un indicatore analogico che segnala il livello di carica della batteria. La parte posteriore è caratterizzata da fanali realizzati con l'utilizzo di fibre ottiche che integrano una luce laser rossa.
Nell'abitacolo del concept spicca l'originale plancia, frutto della collaborazione con l'azienda francese KEIM-cycles, apprezzata per la progettazione di telai di bicicletta in legno su misura. Secondo un procedimento sviluppato dalla stessa KEIM-cycles, la plancia è composta da sottili lamine di frassino sovrapposte e orientate secondo uno schema preciso, che offrono una resistenza comparabile a quella dei moderni materiali compositi, valorizzando le qualità strutturali del legno: leggero, resistente, organico e caloroso. Il grande schermo touch screen è poi in linea con un abitacolo tecnologico e moderno. Il volante, di forma rettangolare, libera il campo visivo e si ricollega al mondo della Formula 1. È dotato di tre schermi: il display centrale visualizza il logo, mentre i due touch screen nei due lati sostituiscono le tradizionali palette al volante.
Il motore di Z32 è derivato da quello che equipaggia le Formula E del team Renault e.dams, duplice campione del mondo di corse a zero emissioni: ha una potenza di 350 cv e una coppia di 380 Nm, che consente alla Trezor di accelerare da 0 a 100 km/h in meno di 4 secondi. La ''power unit'' dispone di due batterie, ciascuna con il proprio sistema di raffreddamento, ottimizzato dalla presa d'aria a geometria variabile sul cofano. C'è, infine, un sistema di recupero dell'energia in frenata derivato da quello sviluppato per la Formula E.
Quotidiano Di Puglia