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C'è un pilota nel Mondiale F1 che occupa il quarto posto nella classifica piloti pur avendo saltato due Gran Premi per Covid-19 e che domenica scorsa ha concluso il Gran Premio di Turchia in seconda posizione. Non guida una Mercedes o una Red Bull o una Ferrari, ma una monoposto di una squadra media, la Racing Point che ha un budget stagionale che è la metà di quello dei top team. Lui si chiama Sergio Perez, ha 30 anni e non è nuovo a exploit del genere. Messicano di Guadalajara, Perez è uno dei piloti che più piacciono ai tifosi, ma incredibilmente è senza un sedile per il 2021. Alla vigilia del GP di Monza dello scorso settembre, Sergio è stato ufficialmente sacrificato dalla Racing Point che lascerà a fine anno per far posto a Sebastian Vettel. Un gran colpo per Lawrence Stroll, colui che dall'agosto 2018 è il proprietario della squadra che un tempo si chiamava Force India, e che ha voluto un nome di richiamo, un quattro volte campione del mondo, perché la Racing Point tra poche settimane cambierà nome in Aston Martin, il glorioso marchio di auto sportive. Certo, i risultati lascerebbero intendere che a non essere confermato nel team con base a Silverstone avrebbe dovuto essere Lance Stroll, figlio di Lawrence, che in classifica ha molti punti in meno di Perez, ma come detto è il figlio del capo e per di più non va poi così piano, avendo segnato la pole a Istanbul e conquistato il terzo posto a Monza. Ma così funziona il mondo in F1, Lance è in una botte di ferro, non Perez.
Va detto che il messicano non è stato troppo abile a muoversi sul mercato piloti, perché l'arrivo di Vettel lo si vociferava da tempo nel paddock e Perez si è fatto trovare impreparato nel momento dell'annuncio.
Perez è in F1 da diversi anni, precisamente dal 2011, ed ha disputato ben 188 Gran Premi. All'inizio della sua carriera, ben supportato da sponsor messicani e dal connazionale Carlos Slim, uno degli uomini più ricchi del mondo, Perez si distingueva per la sua feroce ed anche eccessiva aggressività che lo aveva portato a raccogliere nel 2012 un secondo e un terzo posto con la Sauber, entrando nell'orbita Ferrari per qualche mese, salvo poi essere bocciato da Luca di Montezemolo in persona. Dopo la pessima stagione in McLaren nel 2013, senza il supporto economico che lo accompagna tuttora, Perez sarebbe uscito dalla F1. La sua casa l'ha trovata nella Force India, poi Racing Point, fin dal 2014 e in questi sette anni con loro ha ottenuto cinque terzi posti tra il 2014 e il 2018, e il secondo di domenica scorsa. Col tempo è divenuto un pilota capace di gestire al meglio le gomme, ottimo stratega, anche se ogni tanto il suo carattere impulsivo ancora emerge. Rimane il fatto che la cinica F1 rischia seriamente di perdere uno dei suoi migliori piloti e non se ne preoccupa. Era già accaduto lo scorso anno con Hulkenberg e prima ancora col giovane Esteban Ocon, poi rientrato questa stagione.
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