Dongfeng tratta col governo per aprire fabbrica da 100mila veicoli l'anno. Nell'operazione con il colosso cinese anche Paolo Berlusconi

il suv elettrico Free del marchio Voyah con cui il gruppo Dongfeng debutterà in Italia
Il colosso dell'auto cinese Dongfeng tratta con il governo italiano per aprire una fabbrica da 100 mila veicoli l'anno. Intanto Paolo Berlusconi la accompagna sul...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il colosso dell'auto cinese Dongfeng tratta con il governo italiano per aprire una fabbrica da 100 mila veicoli l'anno. Intanto Paolo Berlusconi la accompagna sul mercato italiano, investendo nel 10% di DF Italia, il rivenditore ufficiale dei suv elettrici di lusso del gruppo. Lo scontro con Stellantis, che a metà aprile con i primi rumors aveva già lanciato l'allarme, si fa sempre più vicino. La Pff, holding di Paolo Berlusconi e di sua figlia Alessia, il 21 febbraio scorso hanno depositato l'atto costitutivo di DF Italia, la srl amministrata da Bruno Giovanni Mafrici (a cui fa capo l'altro 90%).

Meno di due mesi dopo, al Salone del Mobile di Milano, la prima uscita in pubblico con la presentazione dei modelli del marchio Voyah con cui il gruppo Dongfeng debutterà in Italia: il suv elettrico Free e la monovolume Dream e il progetto di un'avveneristica auto a guida autonoma Icozy. Nella stessa occasione Qian Xie, responsabile delle attività europee di Dongfeng, ha rivelato le trattative preliminari con il governo italiano che nelle prossime settimane sarebbe già pronto a offrire a Dongfeng, che punta a produrre 100.000 auto ibride all'anno destinate sia al mercato italiano che a quello allargato dell'Europa, una lista di siti produttivi. Il 17 aprile il ministro Adolfo Urso ha confermato: «Sì, c'è una interlocuzione con diverse case automobilistiche non soltanto asiatiche».

Ad oggi peraltro i motori cinesi già 'battono' nelle auto che vengono assemblate in Italia: la stessa Dongfeng insieme a Cmc (Cirelli Motor Company) con sede a Milano e centri produttivi a Bergamo, Alessandria e Verona; Eumc, Eurasia Motor company, che a Palazzolo sull'Oglio (Brescia) monta i motori della cinese Geely sui suoi 'crossover'; Ia, più nota Dr Automobiles, fondato a Isernia nel 2006 da Massimo Di Risio che costruisce e vende, in Italia, i suv e importa dalla Cina i componenti (ha accordi con Chery, Baic e la stessa Dongfeng). «Siamo in grado di tenere testa ai competitor cinesi, se qualcuno vuole introdurre competitor cinesi sarà responsabile delle decisioni impopolari che dovranno essere prese», ha detto a inizio aprile Carlos Tavares, ad di Stellantis. «Noi combatteremo, ma quando si combatte possono esserci vittime. Non aspettatevi che usciremo vincitori senza cicatrici», ha aggiunto. 

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia