WOLFSBURG - Le fasi complicate sono i motori migliori del cambiamento e spesso rendono ancora più forti. Lo sanno bene alla Volkswagen dove si preparano a quella che...
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È questo il triplice mantra che anche altre case stanno recitando, ma che a Wolfsburg si sta già trasformando in realtà, a partire dall’addestramento delle 70mila persone coinvolte in questo cambio epocale già iniziato e che coinvolge non solo i prodotti, ma anche i servizi. All’Autostadt – la città dell’auto dentro la città di Wolfsburg, dove lavorano 21mila persone su un’area di 6,5 kmq grande come Gibilterra – già oggi una Golf su 7 è una e-Golf elettrica o una GTE ibrida plug-in, prodotte entrambe dal 2014 sulla stessa linea da dove escono tutte le altre versioni della Volkswagen più venduta della storia. Conti alla mano, vuol dire 170 pezzi al giorno e alla fine dell’anno saranno oltre 100mila le Golf elettrificate sfornate con un’accelerazione che potrebbe presto far rivedere la capacità di 75mila unità annue. Ma nel luogo dove sono state prodotte 43 milioni di auto dal 1945 e vengono assemblate 3.800 al giorno tra Golf, Tiguan e Touran, si dicono pronti a raddoppiare nel giro di 3-5 mesi.
Intanto si preparano alla rinnovata e-Golf che entrerà in produzione da dicembre con una batteria la cui capacità, portata da 24,2 a 35,8 kWh, consentirà un’autonomia di 300 km. A Wolfsburg partirà a breve anche la produzione della Tiguan GTE e ad Emden quella della Passat GTE mentre Bratislava continuerà ad essere la casa della e-up! L’obiettivo è renderle sempre più convenienti: oggi produrre una Golf elettrificata comporta 1-1,5 ore di lavoro e il 15% in valore in più, soprattutto a causa delle batterie il cui costo dovrebbe scendere del 30-40%. L’obiettivo è pareggiare i conti già nel 2020 quando i primi modelli della piattaforma MEB saranno a regime, e non solo a Wolfsburg. Avranno la batteria posizionata a sandwich nel fondo per autonomie comprese tra 400 e 600 km, inoltre il passo sarà più lungo e gli sbalzi più corti offrendo un’abitabilità nettamente superiore all’attuale.
Insomma vere auto del popolo del futuro per affrontare mercati sempre più favorevoli all’elettrificazione come la Norvegia, dove il 30% delle auto vendute è già a batteria grazie ad uno sgravio che arriva al 55% del costo totale, la Cina, dove le targhe vanno ad estrazione tranne che per le auto alla spina, e la stessa Germania, dove un’elettrica vale 4mila euro e un’ibrida plug-in 3mila euro di incentivo.
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Quotidiano Di Puglia