Incredulità e scoraggiamento negli ambienti della Nissan, per lo scandalo che ha coinvolto Carlos Ghosn, il top manager 64enne che da quasi venti anni è ai vertici...
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«Una condotta che deriva da una situazione in cui troppo potere è concentrato nelle mani di una sola persona, e per lungo tempo», ha detto l'attuale amministratore delegato della Nissan, Hiroto Saikawa, nel corso della conferenza che dalle 22, ora di Tokyo, si è protratta fino alla tarda notte, «e che certamente richiederà un processo penale per l'assenza di trasparenza e il mancato rispetto della legge». Arrivato alla Nissan dalla Renault nel 1999 in qualità di direttore operativo, Ghosn ha impiegato appena due anni per diventare presidente e amministratore delegato della casa auto, allora sull'orlo della bancarotta, e farsi conoscere come un manager risoluto, dopo aver ordinato la riduzione di oltre 20mila posti di lavoro e la chiusura di stabilimenti.
Un piano di ristrutturazione che si dimostrò azzeccato per Nissan e che ha portato alla fusione con la francese Renault, di cui Ghosn è diventato presidente nel 2005, prima di decidere l'alleanza globale con la Mitsubishi Motors nel 2016, conquistando la vetta per volumi di vendita, davanti a Volkswagen. Il suo arresto ha così avuto impatto anche sugli altri marchi. Il titolo della casa alleata francese a Parigi ha perso fino all'11% a metà seduta, per poi chiudere in calo dell'8,4%. Le ultime vicende pongono un grosso interrogativo sul progetto di rilancio del gruppo, che al momento non ha un successore designato. Dopo essere stato ascoltato dagli inquirenti a Tokyo, Ghosn è stato arrestato con l'accusa di aver dichiarato il falso sulla natura dei suoi compensi; cifre da capogiro che facevano di lui uno dei manager più influenti e più riveriti del mercato delle quattro ruote. Dal 2011 il presidente dell'alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi Motors avrebbe omesso al fisco circa 5 miliardi di yen, l'equivalente di 38,5 milioni di euro, oltre ad aver utilizzato beni e asset dell'azienda per interessi personali. Secondo la legge nipponica il mancato adempimento dei compensi costituisce una violazione del codice finanziario e comporta una pena fino a 10 anni di prigione, e una multa di 10 milioni di yen.
Saikawa ha fatto sapere che questo giovedì presenterà lui stesso la richiesta al consiglio di amministrazione di dimissionare Ghosn, assiema a un altro funzionario, Greg Kelly, accusato delle stesse violazioni del codice. L'azienda - che per prima aveva intuito di malversazioni da parte di Ghosn tramite un'inchiesta interna, ha spiegato che intende collaborare con le investigazioni e non si attende un impatto negativo sui marchi Renault e Mitsubishi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia