Alcuni costruttori alla finestra per entrare nel WEC: Bmw e Peugeot tra i più “interessati”

Resuscitata nel 2012 come World Endurance Championship, a differenza della Formula 1, la competizione sulla lunghe distanze non ha perso di mira l'obiettivo principale, che è quello dell'affidabilità e della razionalizzazione dei consumi
SILVERSTONE – Con il World Endurance Championship, la FIA sembra aver centrato diversi obiettivi. E nonostante il “ritiro” di alcuni marchi, ad esempio Nissan,...

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SILVERSTONE – Con il World Endurance Championship, la FIA sembra aver centrato diversi obiettivi. E nonostante il “ritiro” di alcuni marchi, ad esempio Nissan, sembra che almeno un paio di grandi costruttori europei stiano valutando un eventuale ingresso nella competizione. Naturalmente condizionato, perché l'investimento per essere competitivi nel WEC è di quelli significativi: si parla di importi milionari a tre cifre.



L'interesse di altri brand sussisterebbe se non fossero obbligati a presentarsi con vetture con sistemi analoghi a quelli esistenti. “Entreremmo nel circuito – aveva spiegato Carlo Tavares, numero uno di PSA Groupe a proposito di un possibile rientro nell'LMP1 – se il regolamento ci offrisse la possibilità di impiegare nuove tecnologie che potremmo mettere in vetrina attraverso le competizioni”.


Anche BMW, che punterebbe eventualmente sulla spinta ibrida ad idrogeno, sacrificando l'unità a termica, è alla “finestra”. Dal maggio del 2015, quando ne aveva parlato una rivista tedesca, è ufficiale che il costruttore bavarese esamina l'ipotesi di tornare a gareggiare nel WEC. La classe LMP1, con una eventuale integrazione del regolamento, potrebbe prestarsi a questa operazione: BMW ne ha certamente discusso con la FIA, ma ancora non si sa con quali esiti. I tempi, in ogni caso, potrebbero non essere brevissimi, perché i già concordati aggiornamenti sul nuovo regolamento dovrebbero entrare in vigore con il 2018. Semmai se ne potrebbe riparlare per il 2021.


Resuscitata nel 2012 come World Endurance Championship, a differenza della Formula 1, la competizione sulla lunghe distanze non ha perso di mira l'obiettivo principale, che è quello dell'affidabilità e della razionalizzazione dei consumi. Che nei soli ultimi 3 anni sono scesi nella LMP1 tra il 20 ed il 30%: un risultato importante che, nel medio periodo, troverà riscontro anche nelle versioni “stradali” delle auto. Le prestazioni (e lo spettacolo) non hanno risentito dei vincoli sui consumi e il pubblico è tornato ad affezionarsi a gare che misurano non soltanto le capacità tecniche, ma anche i limiti dei piloti.

 
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Quotidiano Di Puglia