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Se il governo non produrrà misure che abbassino il prezzo del metano per auto sarà sciopero. Assogasmetano, Assopetroli-Assoenergia e Federmetano lanciano un ultimatum all’esecutivo indicando il 4-5 e 6 maggio come possibili date dell’agitazione. Le associazioni, che rappresentano i proprietari dei distributori di gas naturale per autotrazione, denunciano come il settore sia stato escluso dalle misure messe finora in campo contro il caro energia, chiedendo che prima di tutto si proceda a una riduzione dell’Iva dal 22% al 5%, già accordata per gli usi civili e industriali. Oltre a questo i distributori chiedono l’estensione del credito d’imposta per gli autotrasportatori anche al gas naturale per autotrazione. «Nel caso in cui - avvertono - nel prossimo provvedimento utile dovessero essere nuovamente ignorate le istanze presentate, il settore andrà in sciopero». Una mobilitazione che arriva nel momento in cui il dossier del gas resta in cima all’agenda europea. Non c’è accordo per ora, tra i 27 Paesi dell’Ue, sull’introduzione di un tetto al prezzo.
Tuttavia su un altro punto si registrano passi in avanti.
Una situazione giudicata «ormai insostenibile per operatori e utenti» dal presidente di Federmetano, Dante Natali, che osserva anche come «la sequenza di decreti messi in campo per fronteggiare l’aumento dei prezzi dell’energia finora ci ha visti esclusi». Per il presidente di Assopetroli-Assoenergia, Andrea Rossetti, «la distribuzione del metano per autotrazione rischia il default», per questo «chiediamo al governo un intervento urgentissimo di protezione come fatto contro il caro benzina». «La strategia energetica del nostro Paese non può prescindere dall’uso del metano, sia in fase liquida che gassosa, il quale oltretutto rappresenta un ponte strategico verso la produzione e l’uso massiccio del biometano, una delle fonti rinnovabili di cui l’Italia ha estremo bisogno», fa invece osservare il presidente di Assogasmetano, Flavio Merigo.
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