MONZA - Garbo nei toni ma concetti forti. Sebastian Vettel e Charles Leclerc non possono che essere frustrati e delusi dopo il flop di Monza, peggior gran premio di sempre in casa...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Siamo ben lontani dal paragone fatto da Prost tra la Ferrari e il «camion» progettato nel 1991 - parole che gli costarono il licenziamento immediato - ma il senso delle parole di entrambi appare sulla stessa scia. Binotto, martoriato sui social ma difeso dai vertici, non può che fare mea culpa e chiedere venia ai milioni di tifosi del Cavallino per le prestazioni scadenti della Ferrari, ora sesta in classifica costruttori e braccata dalla Alpha Tauri dei miracoli: «Non demordiamo. Non dobbiamo dimenticare ma imparare dai nostri errori, questa stagione ci insegnerà qualcosa per il futuro. È la peggior conclusione possibile di un weekend difficile. Non c’è nulla di peggio di non finire la gara con entrambe le auto, specie per un problema di affidabilità come capitato a Vettel».
Lo sfogo del tedesco («meglio che non ci siano i tifosi a guardarci») racchiude una grande verità: il pubblico di Monza è appassionato ed esigente e avrebbe fatto fatica a digerire un così mesto spettacolo. Enzo Ferrari, mortificato dopo i fischi nel 1971 (altro gran premio con due Ferrari ritirate), decise di non presentarsi più nel tempio della velocità. Al Mugello si celebreranno i 1000 gran premi della Ferrari - con qualche fortunato sugli spalti - ma, salvo miracoli, ci sarà poco da festeggiare: le prestazioni potrebbero andare meglio perché le ali saranno meno scariche ma il podio sembra un lontano miraggio. Lo conferma Binotto: «Ci contiamo nel nostro riscatto ma ora promettere cose diventa difficile». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia