Gioiello del Golfo, ad Abu Dhabi il Ferrari World è già un successo

Una visione aerea del Ferrari World di Abu Dhabi
ABU DHABI - «Il brand si vende da solo, dobbiamo solo far sapere alla gente che siamo qui», parola di Jesse Vargas, general manager del Ferrari World di Abu Dhabi, il...

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ABU DHABI - «Il brand si vende da solo, dobbiamo solo far sapere alla gente che siamo qui», parola di Jesse Vargas, general manager del Ferrari World di Abu Dhabi, il primo parco tematico al mondo dedicato al Cavallino Rampante. Inaugurata a fine 2010, la grande area rossa del divertimento è la prima di una serie di almeno tre iniziative analoghe: in aprile è stato inaugurato il Ferrari Land in Spagna ed entro 5 anni verrà realizzato un centro simile anche in Cina.


I contratti per l’operazione nel Regno di Mezzo sono già stati siglati e Ferrari continuerà a beneficiare delle royalties poiché non è fra i soci. La società italiana, del resto, se lo può permettere visto che il marchio ha un grande impatto: in assoluto e in campo automotive. Il rapporto Brand Finance 2017 lo ha confermato al primo posto nel proprio segmento. Nessun altro costruttore ha una forza come quella del Cavallino Rampante, che vinca o meno in Formula 1.

Vargas ha ufficializzato che ormai il Ferrari World degli Emirati contabilizza regolarmente oltre un milione di visitatori l’anno. Aveva aperto i battenti con 20 attrazioni, nel frattempo lievitate a 35 con le due di quest’anno (le montagne russe Turbo Track, inaugurata il 29 marzo, e Mission Ferrari), senza contare le altre 4 previste per il 2018 . Puntualmente, con il lancio di nuovi “giochi”, arrivano anche nuovi visitatori, assicura Vargas. «Le presenze sono cresciute in ciascun anno di apertura – continua in manager - Siamo molto competitivi rispetto a qualsiasi parco tematico di medie dimensioni in tutto il mondo per visitatori ed entrate».

Come quello spagnolo, ma su scala superiore, il Ferrari World è inserito in un più ampio “sistema”: nella non lontanissima Dubai sono stati aperti quattro parchi, mentre sull’isola artificiale di Abu Dhabi che ospita quello del Cavallino, il faraonico centro commerciale Yas Mall attira una ventina di milioni di persone l’anno. L’atollo “posticcio” costato 40 miliardi di dollari dovrebbe calamitarne più del doppio entro il 2021, grazie alla prossima inaugurazione del Warner Bros World (2018) cui nel 2022 si aggiungerà il Sea World.

Il Ferrari World è grande come 7 campi da calcio, mentre la copertura raggiunge i 200.000 metri quadrati con un impiego di alluminio sufficiente per rivestire 16.750 auto del Cavallino. Lo stesso logo creato sul tetto è il più grande mai creato con i suoi 65 metri di lunghezza ed una superficie di 3.000 mq. Per la realizzazione della struttura sono state utilizzate quasi 12.500 tonnellate di acciaio, oltre 5.000 in più a quelle servite per la Tour Eiffel.

Anche PortAventura conta molto sul Ferrari Land, il terzo parco della società che ha iniettato almeno mezzo miliardo di euro per rilanciare la superficie, per aumentare il numero degli ingressi complessivi: grazie a Maranello punta a raggiungere quota 5 milioni in un anno. In Spagna, oltre al marchio ed alla ricostruzione di una parte dell’aerea con alcuni edifici simbolo del Belpaese, c’è molta Italia anche nella gestione, visto che oltre la metà del capitale è in mano a Investindustrial, il fondo di Andrea Bonomi che ha rilanciato (e poi venduto) Ducati e che adesso si sta occupando di Aston Martin.

 
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Quotidiano Di Puglia