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Quanto il fatto che si ispirano al passato, richiamano elementi stilistici tipici delle Ferrari più leggendarie reinterpretati in chiave moderna. Come spiega però Flavio Manzoni, il capo del centro Stile Ferrari che ha disegnato questo capolavoro, «Non abbiamo voluto creare un effetto vintage. Questa Daytona SP3 non è la versione moderna di una Ferrari P4 degli anni Sessanta, tanto per capirsi. Al contrario, abbiamo cercato di disegnare un’auto che prendesse ispirazione dalle nostre Sport Prototipo del passato, che contenesse alcuni stilemi tipici del marchio Ferrari ma che fosse proiettata nel futuro. E che per le sue forme fosse immediatamente identificabile come una Ferrari».
La Daytona è il terzo modello della gamma Icona dopo le due Monza SP1 e SP2 (una monoposto e l’altra biposto) lanciate nel 2019.
Il nome Daytona SP3 non c’entra niente con l’omonima berlinetta stradale del 1971 ma è stato pensato in omaggio all’arrivo in parata delle tre Ferrari Sport prototipo del 1967 che espugnarono la 24 ore che si correva a Daytona, in casa degli avversari della Ford. Però, nome a parte, questa Daytona SP3 non è ispirata a una specifica Ferrari del passato. Possiede invece nel suo design citazioni stilistiche delle più significative Ferrari sport prototipo da corsa degli anni Sessanta e Settanta. Nella fattispecie ha la linea sinuosa e i vistosi parafanghi anteriori tondeggianti delle Ferrari P3 e P4, il posto di guida incastonato nel corpo vettura della 512 S, l’effetto a cabina avanzata e coda lunga dei prototipi che hanno corso a Le Mans. Persino le ruote a cinque razze volventi sono una citazione in stile moderno delle classiche ruote a cinque razze delle Ferrari di una volta. E poi possiede originali fiancate sciancrate e porte che si aprono a farfalla. In coda ha una serie di listelli color carrozzeria per alleggerire le forme e nello stesso tempo dare volume all’auto. E sotto due enormi terminali di scarico rettangolari da cui fuoriescono i ags del motore 12 cilindri a V.
Le sue forme sinuose e le linee morbide sono una sintesi perfetta di passato e futuro. Mancano alettoni e protuberanze aerodinamiche, in omaggio alle Ferrari di quei tempi che erano prive di appendici alari, ma in compenso c’è tanta tecnologia ben nascosta sotto il cofano. Dal carbonio con cui praticamente è costruita l’intera auto, allo studio dei flussi aerodinamici che passano attentamente lungo le fiancate e sotto la vettura e poi vengono incalanati in due “camini”, feritoie superiori sulla carrozzeria da cui lambiscono il cofano motore. La Ferrari Daytona SP3 sarà costruita in serie limitatissima: appena 599 esemplari (cento in più della barchetta Monza). Al prezzo di 2 milioni di euro tondi tondi, è destinata ai clienti più esclusivi del Cavallino: quelli che già hanno acquistato la Monza oppure partecipano alle iniziative e raduni in pista per i clienti-piloti più fedeli. Il suo motore V12 da 840 cavalli impiega 2”85 nello scatto da 0 a 100 km/h, raggiunge i 200 km orari partendo da fermo in 7,4 secondi e sviluppa una velocità massima superiore ai 340 km orari. Le consegne inizieranno tra un anno e gli ultimi esemplari saranno consegnati nel 2024.
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