ROMA - Qualità della vita in calo, buche in crescita, blatte e topi in agguato, trasporti in crisi… c’è ancora qualcosa che possa dare credito a Roma,...
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Ai giorni nostri è impensabile rivivere quelle atmosfere. Ma in casa Ferrari hanno una certezza: «Roma rappresenta ancora arte e bellezza, e la nostra nuova granturismo vuole essere un’auto moderna, innovativa, ma capace di riproporre lo stile, l’eleganza, la bellezza e la sobrietà delle granturismo del passato, auto come la 250 GT berlinetta e la 250 GT 2+2» è stato spiegato da manager e ingegneri di Maranello allo stadio dei Marmi della Capitale, dove la Ferrari – assenti Elkann e Camilleri - ha allestito una tensostruttura che ha ospitato l’anteprima dell’auto (arriverà sul mercato entro la metà del 2020, con un listino di poco superiore ai 200.000 euro). Garantire prestazioni al vertice e mantenere al contempo la purezza stilistica della “linea ereditaria” non è stato certo un compito facile. «Il confine tra semplicità e banalità è sottile» ha confessato Flavio Manzoni, responsabile del Centro Stile Ferrari. Ma il risultato è un capolavoro, anche perché pur essendo questa «una coupé da usare tutti i giorni», sono state studiate svariate soluzioni tecnologiche all’avanguardia, su tutte l’adozione dell’ala mobile posteriore integrata nel lunotto.
La Ferrari Roma è accreditata di una velocità massima di 320 km/h, con accelerazione 0-100 in 3,4”. Ciò grazie al motore V8 turbo di 3.855 cc con potenza di 620 CV/760 Nm, il più potente del segmento, appartenente alla famiglia di propulsori che s’è aggiudicata per 4 anni di seguito il premio di “motore dell’anno”. Particolare attenzione è stata dedicata anche al sound e nuovo è il cambio doppia frizione a 8 rapporti.
Il telaio è l’evoluzione di quello già utilizzato su altre vetture del Cavallino con motore anteriore-centrale a 8 cilindri, tuttavia è stato rivisitato, alleggerito e dotato di componenti nuovi per il 70%. Teoricamente sarebbe in grado di ospitare anche una motorizzazione ibrida, ma è stato categoricamente escluso che in futuro possa arrivare una Ferrari Roma elettrificata. Gli interni, con i due cockpit omogenei per guidatore e passeggero, esaltano il concetto di “mani sul volante, occhi sulla strada” e sono molto innovativi (non s’era mai visto uno schermo da 16” su una Ferrari, raddoppiato da un altro display da 8,4” sulla console centrale, e da un terzo davanti al passeggero), tuttavia non manca un approccio “nostalgico” rappresentato dalla riproduzione del classico cancelletto (una volta era la “firma” del cambio manuale). Richiamano certe Ferrari del passato anche i posti posteriori, pudicamente definiti 2+ e non 2+2, a sottolineare che ci stanno due bambini o qualche bagaglio supplementare.
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Quotidiano Di Puglia