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TOKYO – Venti curve e tre rettilinei “importanti” per un totale di quasi 2.600 metri. È il tracciato cittadino che si snoda attorno al Big Sight, il centro espositivo di Tokyo, metropoli che sabato, per la prima volta, ospita una gara di Formula E. La capitale del paese è la 34esima città dove si corre il mondiale a zero emissioni. È la gara domestica di Nissan, per il momento l'unica casa automobilistica nipponica impegnata nella rassegna motoristica politicamente corretta. L'ePrix (partenza poco dopo le 7 italiane di sabato: ci sono 8 ore di differenza di fuso orario) è il quinto della decima stagione e il 27esimo che si disputa in Asia.
Solo in Europa si è finora gareggiato di più: 51 corse.
Le ragioni sono principalmente tre: perché il quartier generale del costruttore non è lontano da Tokyo, perché nell'ultimo ePrix due monoposto con powertrain Nissan sono salite sul podio e perché Oliver Rowland è reduce da due terzi posti consecutivi con la monoposto decorata con i fiori di ciliegio. Nella generale, tra il battistrada Nick Cassidy (Jaguar Tcs) e il secondo, Pascal Wehrlein (Tag Heuer Porsche), ci sono appena 4 lunghezze. Poi, fra i terzi -che sono Mitch, Evans il connazionale neozelandese e compagno di squadra di Cassidy, e il francese della Ds Penske Jean Eric Vergne - e il settimo, che è lo stesso Rowalnd, un'altra manciata di punti.
Fra quota 39 e 33 ci sono 5 piloti. Gli altri due “piazzati” sono il campione in carica Jake Dennis (Andretti, cliente di Porsche), quinto, e Bird, sesto, che con quattro affermazioni è il pilota più vincente in Asia. La Formula E si sta confermando estremamente equilibrata e imprevedibile con 4 vincitori in rappresentanza di tre powertrain diversi finora e 9 piloti sul podio.
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