MILANO - Per affrontare la trasformazione in corso del settore automotive «serve un piano comune, frutto di un lavoro congiunto tra pubblico e privato». Lo ha...
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L’automotive «stava già affrontando molte sfide», poi la pandemia di quest’anno «ha accelerato il cambiamento» soprattutto verso la riduzione delle emissioni ma «se non affrontiamo queste sfide con un piano unico sarà un problema, non solo per noi produttori e per i fornitori ma per la società tutta», ha spiegato Gorlier. Infatti, va ricordato che «il costo medio di una vettura elettrica è di 11mila euro superiore a quello di un veicolo con motore a combustione e anche se questo numero si ridurrà nei prossimi anni, non arriverà mai al livello di prezzo dei veicoli con motori a combustione». Questo al momento si sta traducendo in una maggiore diffusione dei veicoli meno inquinanti nei Paesi con un maggiore Pil procapite, come quelli del Nord Europa.
«Questo può provocare una ulteriore spaccatura sociale» sia all’interno dei Paesi che tra i vari Stati, ha evidenziato Gorlier, spiegando che un piano comune pubblico-privato serve anche perchè la produzione di vetture elettriche ha «dei costi sociali: produrre auto elettriche richiede minore forza lavoro, sono meno complicate e hanno meno componenti» e andrà affrontata anche la questione delle «attuali stazioni di servizio». Certo, ha aggiunto, «si apriranno nuovi spazi nella produzione delle batterie e nel loro riciclo» ma proprio per questo tutte queste sfide «vanno affrontate con un piano». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia