Effetti lockdown sullo smog, al via maxi studio. Valutazione su relazioni tra pandemia e inquinamento atmosferico

Due immagini riprese dal satellite della Pianura Padana
BOLOGNA - L’Emilia-Romagna e il bacino padano, fino alla Slovenia, saranno un grande «laboratorio a cielo aperto» per conoscere e misurare nel dettaglio gli...

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BOLOGNA - L’Emilia-Romagna e il bacino padano, fino alla Slovenia, saranno un grande «laboratorio a cielo aperto» per conoscere e misurare nel dettaglio gli effetti che le misure di lockdown, previste per l’emergenza Covid-19, e la drastica riduzione del traffico hanno avuto sulla qualità dell’aria. Al via un maxi progetto di ricerca guidato da Regione Emilia-Romagna e Arpae nell’ambito del piano europeo Prepair che coinvolgerà l’area del bacino nord-adriatico. Oltre alla Regione, lo studio coinvolge gli altri 18 partner del progetto Prepair (Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, provincia di Trento e relative agenzie regionali per l’ambiente, le municipalità di Bologna, Milano, Torino, l’agenzia ambientale slovena Arso, Fondazione Lombardia per l’Ambiente Fla e la società consortile emiliano-romagnola Arter), la Rete italiana ambiente e salute Rias e il gruppo di lavoro regionale ambiente e salute che unisce gli esperti di Arpae, dei Dipartimenti di Sanità pubblica e dei diversi Servizi regionali.


Lo studio servirà a raccogliere e valutare dati per comprendere anche le eventuali relazioni tra pandemia e inquinamento atmosferico, con un approccio epidemiologico complesso e non solo ambientale sulla popolazione esposta. Informazioni che nella ‘fase 3’, post Covid, serviranno anche per mettere a punto una strategia condivisa per nuovi piani e programmi per il miglioramento della qualità dell’aria e il contrasto ai cambiamenti climatici. Le misure di contenimento dell’epidemia Covid-19, spiega la Regione Emilia-Romagna, hanno portato a una drastica limitazione del traffico (fino a -80%) e di molte attività produttive industriali. Per questo «offrono un’opportunità inedita di valutare sperimentalmente l’efficacia di queste misure sulla qualità dell’aria e di indagare, attraverso studi scientifici rigorosi, la possibile relazione tra pandemia e inquinamento atmosferico».


Saranno incrociati i dati epidemiologici con quelli ambientali relativi alla concentrazione di inquinanti e alle variazioni delle emissioni in relazione ai consumi energetici, al traffico locale e autostradale e alle condizioni meteorologiche. Questi dati saranno utilizzati per valutare l’esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici nelle condizioni precedenti e durante il lockdown. I risultati saranno valutati da un comitato scientifico, appositamente costituito, e resi disponibili per altre indagini a livello nazionale e internazionale.  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia