MIAMI - Ha una laurea in ingegneria meccanica e una passione sconfinata per le sfide. È italiana la responsabile del progetto Mini-elettrica. Elena Eder, 44 anni, un marito...
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Eder ha seguito il marito in India, poi in Cina dove ha curato il progetto di una joint-venture per Bmw. Un altro segno del destino: era l’inizio di un’avventura industriale che presto consentirà alla Cooper SE (oggi prodotta nello storico stabilimento di Oxford) di nascere anche a Zhangjiagang, sulla costa est della Repubblica Popolare. Grazie all’alleanza con Great Wall e a un investimento di 1,3 miliardi di euro, verrà infatti realizzata entro il 2022 una fabbrica da 160 mila vetture l’anno.
«L’auto elettrica non è importante solo per i cinesi - prosegue Eder - è ormai una realtà globale. Dal 2017 io lavoro a Monaco su questo progetto che ha portato la Mini all’avanguardia tra le compatte di lusso». Parallelamente sono state sviluppate tecnologie per le altre zero emission del Gruppo, a cominciare dalla i3 che con la Cooper SE ha parecchi elementi in comune. «Un lavoro divertente, perché la Mini è divertente. Questa è diversa dalle altre ma ugualmente godibile, fantastica da guidare, figlia delle tendenze. Chi non può rinunciare al rombo del motore non è orientato al futuro».
«Non concordo con chi sostiene che una full-electric necessiti di piattaforme specifiche - prosegue la project manager italiana -. Sono filosofie di pensiero. Noi abbiamo ottimizzato un’architettura che si prestava a varie soluzioni, ottenendo una gabbia rinforzata a protezione delle batterie e senza aumentare troppo il peso, appena 145 kg. L’autonomia è giusta: 270 km soddisfano clienti che al massimo ne percorreranno 30 al giorno. Non è un’auto per commessi viaggiatori, ma l’obiettivo era una Mini pulita per aree urbane e suburbane.
Abbiamo anche preservato gli spazi interni per un’abitabilità eccellente. Tra i plus è molto avanzato il sistema che rigenera energia in frenata: al livello top è migliore perfino di quello della i3. Ci si abitua in fretta a usare un solo pedale, è pure divertente. C’è anche un sofisticato sistema sonoro che fino a 30 km/h avvisa i pedoni della vettura in arrivo». Poco più di un ronzio, per avviarsi senza pericoli nella green mobility.
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Quotidiano Di Puglia