Dieselgate, fermato ceo di Audi Stadler. L'azienda:«Collaboriamo con autorità»

Diselgate, fermato ceo di Audi Rupert Stadler
Rupert Stadler, ceo di Audi, è stato fermato dalla polizia. Il manager è indagato nell'ambito del dieselgate. Lo riferisce la Dpa, citando fonti della...

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Rupert Stadler, ceo di Audi, è stato fermato dalla polizia. Il manager è indagato nell'ambito del dieselgate. Lo riferisce la Dpa, citando fonti della Volkswagen. 


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Il gruppo automobilistico è sotto indagine dal 2015 da parte della procura di Monaco di Baviera, oltre che dalle autorità di diversi paesi, per lo problema sulle emissioni dei motori diesel. La scorsa settimana il gruppo Volkswagen, di cui il marchio Audi fa parte, ha accettato di pagare la sanzione di 1 miliardo di euro decisa dalla procura di Stato di Braunschweig. Secondo l’agenzia Bloomberg, i guai giudiziari del gruppo coinvolgono non solo la Germania ma altri 55 paesi. Complessivamente il gruppo ha dovuto accantonare 27 miliardi di euro per fare fronte alle sanzioni.

Un’ondata inarrestabile, è così che si presenta lo scandalo diesel in Germania: nello stesso giorno in cui il Ceo di Audi, Rupert Stadler, viene indagato dalla Procura di Monaco insieme ad un’altro membro del Cda nell’ambito dell’indagine sulla manipolazione del software sui gas di scarico, arriva l’annuncio di un maxi richiamo per Daimler di 238.000 auto in Germania che coinvolge in tutto 774.000 diesel in Europa. Anche in questo caso la ragione del richiamo è simile: un sistema di emissione dei gas non conforme alla legge nei modelli delle auto diesel GLC 220D e C 220D. Nemmeno un mese fa l’amministratore delegato di Audi profetizzava: «la crisi diesel non è ancora passata» e pochi giorni dopo la motorizzazione tedesca disponeva un richiamo per circa 60.000 veicoli Audi. Questa mattina il Ceo del marchio controllato dal gruppo Volkswagen è caduto nelle maglie della giustizia tedesca. La sua abitazione privata è stata perquisita, e insieme a lui è stato indagato un’altro membro del Cda, come ha reso noto la procura di Monaco. A entrambi viene contestato il reato di frode e falso in atti d’ufficio. Si tratta, ancora una volta, dell’accusa di essere stati a conoscenza e di aver portato sul mercato veicoli diesel con un software che manipolava il controllo della soglia delle emissione di gas nocivi. «Noi cooperiamo pienamente con l’autorità» ha reso noto un portavoce dell’azienda».


Ma se le cose in Audi non vanno bene, in Daimler non vanno meglio: il ministro dei trasporti tedesco, Andreas Scheuer, ha comunicato di concerto con il Ceo di Daimler, Dieter Zetsche, dopo un colloquio di due ore, di avere disposto un maxi richiamo che coinvolge 238.000 auto in Germania e riguarda in tutto 774.000 auto diesel in tutta Europa. Il presidente della confindustria tedesca (BDI), Dieter Kempf, non ha risparmiato critiche al managment del settore automobilistico nel suo insieme: «Chi ha fatto errori deve chiamarli con il loro nome, scusarsi, ripararli, assumersi la responsabilità e quindi recuperare la fiducia dei clienti». Dopo la scoperta delle violazioni sulle emissioni, ha continuato Kempf «non vi nascondo che mi sarei aspettato un altro comportamento».
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Quotidiano Di Puglia