Diesel, quei gas troppo difficili da “ripulire” che saranno cancellati dall’elettricità

Una fabbrica di automobili
ROMA - Scomparso per sempre nelle nebbie del Canale della Manica mentre cercava di risolvere mille problemi, è poi diventato un eroe per gli straordinari traguardi...

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ROMA - Scomparso per sempre nelle nebbie del Canale della Manica mentre cercava di risolvere mille problemi, è poi diventato un eroe per gli straordinari traguardi raggiunti dal motore che ha inventato. Non sarebbe in ogni caso felice in questo periodo l’ingegner Rudolf Diesel, dopo decenni di crescente successo la sua creatura è stata messa sul banco degli imputati e, in un mondo globale che corre spedito verso la mobilità sostenibile, pare proprio che abbia poche ancore di salvezza.


Eppure sia era arrampicato molto in alto. Spinto dall’industria europea e in particolare da quella tedesca aveva dimostrato di essere una soluzione perfetta non solo per i grandi camion, le navi, le ruspe e i trattori, ma anche per le piccole citycar. Per il diesel sono state combattute anche guerre ideologiche con mostruosi interessi in campo. Gli europei lo hanno sempre adorato, convinti che fosse la loro arma in più per battere la concorrenza e per abbattere la CO2 incolpata di causare i cambiamenti climatici. Americani e giapponesi lo hanno sempre digerito poco, considerandolo in ogni caso inquinante. Poi sono arrivati i cinesi, un altro grande mercato e un’altra strategica industria, e si sono schierati dalla parte dei secondi quasi ignorando il propulsore a gasolio.

Sia come sia, lo sanno tutti che il diesel ha ormai un destino segnato. Anzi, un orizzonte temperale limitato lo hanno tutti i motori termici. È solo una questione di tempo (tempi lunghi, ovviamente, non si parla certo del 2022), ma verranno sostituiti dai propulsori elettrici che non inquinano e non fanno rumore oltre ad essere (potrà sembrare strano) più performanti e garantire un maggiore piacere di guida. Arriverà un momento in cui costeranno anche meno di quelli tradizionali.


La politica, inoltre, ha lanciato un sasso nello stagno: francesi ed inglesi hanno annunciato che nel 2040 vieteranno la vendita dei motori a scoppio sulle vetture. Le amministrazioni locali si sono portate avanti. Ieri a Roma la domenica era “ecologica” e, con una decisione difficile da comprendere, le modernissime vetture Euro 6b non erano autorizzate a circolare. Il motore diesel è stato e resterà un capolavoro. Grande efficienza, coppia da record, emissioni di CO2 inarrivabili per un benzina. Utilizza però un carburante meno nobile, emette sostanze più complesse da pulire che richiedono dispositivi più complessi e costosi. Apparati che, quando non sono perfettamente in ordine, potrebbero non funzionare. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia