Brexit, le associazioni auto di UE e Regno Unito lanciano l'allarme: accordo o sarà disastro

Secondo le associazioni di settore un "no deal" porterebbe a perdere 110 miliardi di euro in 5 anni
Fare l’accordo di libero scambio tra UE e Regno Unito altrimenti sarà disastro. L’appello arriva da entrambi i lati della Manica affinché, entro le 15...

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Fare l’accordo di libero scambio tra UE e Regno Unito altrimenti sarà disastro. L’appello arriva da entrambi i lati della Manica affinché, entro le 15 settimane rimaste per la transizione che porta alla Brexit, si eviti un disastro che potrebbe portare entro il 2025 ad una perdita negli scambi pari a 110 miliardi di euro.

 
A lanciare l’allarme sono ACEA e CLEPA insieme ad altre 22 associazioni tra cui la tedesca VDA e la britannica SMMT in rappresentanza di un settore che produce 18,5 milioni di veicoli (il 20% del totale nel mondo) e un surplus commerciale di 74 miliardi di euro spendendone 60,8 in ricerca e innovazione e dando lavoro a 14,6 milioni di persone, un quindicesimo di tutta gli impieghi presenti in Unione Europea e Regno Unito. Un mancato accordo sarebbe un altro colpo dopo i 100 miliardi e i 3,6 milioni di unità prodotte che saranno persi a causa del coronavirus.
 
Se così fosse al 31 dicembre, già dal I gennaio 2021 ci sarebbero da pagare dazi per il 10 % sulle autovetture e del 22% sui mezzi commerciali con una perdita di 3 milioni di veicoli prodotti nei prossimi 5 anni. Assai maggiore sarebbe percentualmente la perdita finanziaria per l’industria britannica: 53,8 miliardi di euro contro i 57,7 dell’intero continente, con tutto quello che ne consegue per tutta la filiera dei fornitori e dei concessionari.
 

Le associazioni auspicano un accordo sulla Brexit che prevede l’assenza di dazi tra UE e Regno Unito, regole di omologazione armonizzate in modo da mantenere l’integrazione industriale e legislativa che si è creata nei decenni. Il rischio è che i costi maggiori ricadano sui consumatori rendendo i prodotti più costosi e riducendo la scelta a loro disposizione. Tra le associazioni firmatarie dell’appello c’è anche l’ANFIA che, per bocca del direttore Gianmarco Giorda, ricorda che il Regno Unito è  per l’Italia il paese con il saldo commerciale migliore per quanto riguarda i componenti con un surplus di 1,34 miliardi di euro nel 2019. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia