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MODENA - Il futuro delle auto, comprese quelle sportive, passa anche attraverso forme di propulsione alternative rispetto alla sola elettrificazione, e i ”regolatori” devono tenere conto delle opportunità per il raggiungimento degli obiettivi fissati sulla riduzione della CO2 offerti da soluzioni come gli e-fuel e l’idrogeno, e nuovi software. È quanto ha affermato oggi Johannes-Joerg Rueger, presidente di Bosch Engineering, durante l’intervento tenuto in occasione della conferenza inaugurale del Motor Valley Fest, presso il Teatro Pavarotti-Freni di Modena. «Le auto sportive sono sinonimo di prestazioni, di rombo del motore, di divertimento nella guida.
In una sola parola, di emozioni - ha spiegato Rueger - Alla base di queste emozioni, non ci sono solo la progettazione, ma anche il powertrain e il software». Ed ha ricordato che la scelta radicale di modelli al 100% elettrici «può essere presa da una start-up che inizia oggi un’avventura in questo settore», ma che non è compatibile «con la storia, la tradizione tecnologia e soprattutto le richieste dei clienti dei grandi marchi sportivi della Motor Valley».
Nel ricordare che nel 2030 non più del 15% di questa produzione sarà 100% elettrica, Rueger ha ribadito che nel definire l’auto sportiva del futuro occorre tenere ancora più in considerazione il tipo di impiego che si fa di un determinato modello, e con quali aspettative, dato che «il fattore del peso delle batterie ha una grande influenza sulla dinamica e il piacere di guida».
In particolare Rueger ha ricordato quanto Bosch ha sviluppato in questi ultimi anni proprio sul fronte dell’impiego dell’idrogeno come sostituto dei carburanti. Si tratta dei cosiddetti motore a combustione interna a idrogeno (HICEV) che hanno tutte le caratteristiche per diventare parte delle soluzioni di propulsione per ridurre gli inquinanti dallo scarico e le emissioni di CO2. Possono essere derivati da motori esistenti e possono utilizzare gli stessi componenti del sistema - fatti salvi i necessari adeguamenti dei serbatoi e dei sistemi di alimentazione - con costi di sviluppo e tempi di debutto sul mercato ridotti. Bosch, che si tratti di una o dell’altra soluzione propulsiva («su misura delle richieste dei clienti oltre che dei regolatori») è pronta a collaborare con i costruttori in modo ancora più stretto e con una condivisione ancora più spinta delle risorse, soprattutto i vista della crescente importanza del software all’interno delle automobili, sportive comprese. Questo permetterà di conservare il Dna delle auto stesse, senza comprometterne le prestazioni e, appunto, le emozioni. E consentirà di tutelare il valore delle grandi marche della Motor Valley. «La mobilità sostenibile a basse emissioni non sarà in contrasto con il piacere di guida» ha concluso Rueger.
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