PERUGIA - Tremano duecento proprietari di altrettanti suv e auto di lusso. I funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno recentemente concluso...
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L’attività investigativa ha riguardato inizialmente tre società umbre. Dopo i primi approfondimenti è emerso che, per realizzare la frode, venivano utilizzate altre tre società con sedi dichiarate a Roma e Viterbo ma, di fatto, inesistenti e una ditta individuale con sede in Umbria. Con le attività di indagine, delegate dalla Procura di Perugia, sono stati raccolti elementi di prova che dimostrerebbero il coinvolgimento di 8 persone. Il complesso meccanismo di frode si realizzava presentando, al momento dell’immatricolazione, falsi documenti che attestavano che i clienti avevano acquistato l’autovettura direttamente presso gli autosaloni tedeschi e che, pertanto, l’IVA era stata già assolta nel paese comunitario.
Per smascherare tale meccanismo e ricostruire l’entità dell’evasione, è stata richiesta la cooperazione delle Autorità Doganali tedesche. Si è potuto così stabilire che oltre 200 autovetture erano state immatricolate evadendo l’IVA dovuta al momento della nazionalizzazione. L’incrocio dei documenti ricevuti dalle Autorità doganali estere con quelli acquisiti presso le diverse Motorizzazioni dove erano state nazionalizzate le autovetture e il confronto con le dichiarazioni dei clienti degli autosaloni coinvolti ha consentito di provare la falsificazione dei documenti e confermare l’ipotesi investigativa. L’attività dell’Ufficio delle Dogane di Perugia si inserisce in un più ampio programma di contrasto alle frodi nel settore del commercio degli autoveicoli che riguarda l’intero territorio umbro.
Quotidiano Di Puglia