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Quasi 5 italiani su 100 dichiarano di aver guidato sotto l’effetto dell’alcol nei 30 giorni precedenti. La percentuale però sale al 7% nei giovani tra 25 e 34 anni ed è maggiore nelle regioni settentrionali. Cresce l’uso della cintura di sicurezza e del casco ma al Sud resta più basso, come più basso resta l’uso di seggiolini per i bimbi. A tratteggiare il quadro dei rischi alla guida sono i dati della sorveglianza di popolazione Passi, pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità. Nel 2019, nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, un milione e duecentomila persone sono morte per incidenti stradali, mentre in Italia, secondo l’Istat, solo nel 2021 sono state 2.875 le vittime e 204.728 i feriti. Molti di questi sarebbero prevenibili se evitando di bere alcol quando ci si mette alla guida. Per il probabile effetto indiretto del Covid-19, nel 2020-21 è calato il numero di persone che ha guidato in stato di ebbrezza.
Considerando tutte le fasce di età hanno dichiarato di aver guidato dopo aver bevuto due o più unità di alcol (una unità equivale a due bicchieri di vino o due lattine di birra) 5 intervistati su 100, a fronte dei 7 del 2016-2019.
La guida sicura però non significa solo lucidità ma anche protezioni. Più di un terzo degli intervistati dichiara di usare sempre la cintura posteriore quando viaggia in auto e circa il 97% dichiara di aver indossato sempre il casco. Ma le differenze geografiche sono ampie: l’uso delle cinture posteriori è del 23% nelle regioni del Sud rispetto al 56% al Nord, quello del casco è del 94% nel Sud e 99% nel Nord. Resta, infine, il problema della sicurezza dei più piccoli. Nel biennio 2020-2021, 2 persone su 10 hanno riferito di avere difficoltà a far uso di seggiolini per il trasporto in auto di bambini o di non utilizzarli affatto e nelle Regioni meridionali questa quota raggiunge il 29% (è 18% al Centro e 12% al Nord).
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