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CARATE BRIANZA - Un lavoro, sei figli, una vita totalmente diversa da quella di quando aveva poco più di trent’anni, ma ora dovrà scontare otto mesi di domiciliari per un’esecuzione pena relativa a una condanna per guida in stato di ebbrezza, con la patente revocata, relativa a un episodio di dodici anni fa. Secondo il suo avvocato è solo uno di molti casi analoghi dove la lentezza dell’applicazione delle pene è «allucinante». Protagonista della vicenda è un operaio brianzolo di 47 anni, separato, a cui questa mattina è stato notificato l’atto del Tribunale di Sorveglianza per l’inizio della sua condanna, con il contestuale arresto. La vicenda risale a una notte del 2010, quando l’uomo ha tamponato con la sua auto due giovani, intorno alle tre del mattino a Carate Brianza (Monza), senza fortunatamente causare loro alcuna lesione. Bloccato dalle forze dell’ordine, era risultato positivo all’alcol test e senza patente, così come senza assicurazione.
Da allora però la vita di questa persona è cambiata radicalmente, si è sposato, ha avuto sei figli ed ha un lavoro stabile, come ha raccontato il suo avvocato, Manuel Gabrielli. «Abbiamo optato per il rito ordinario, la sentenza di primo grado risale al 2010», ha spiegato, «mentre la sentenza d’Appello è del 2014, poi il rigetto della Cassazione del 2015».
L’avvocato Gabrielli ha precisato inoltre che questo caso non è certo l’unico: «sto seguendo un uomo condannato per un piccolo spaccio di marijuana nel 2013, che ha seguito tutto il percorso di riabilitazione, anche lui ha cambiato vita, e a oggi non abbiamo ancora fissata l’udienza per l’esecuzione della pena». Non solo, il penalista ha raccontato di seguire anche «un imprenditore di 73 anni, condannato nel 2014 per bancarotta, che vorrebbe poter andare a visitare i nipoti negli Stati Uniti, e che anche lui non sa quando sarà esecutiva la sua condanna». Infatti non può partire «perché ha il passaporto revocato».
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