FUJI – Non si vive di sole pole. Audi, per la quale si parla di un prossimo ritiro dal FIA World Endurance Championship (WEC), aveva conquistato anche in Giappone la prima...
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Con la TS050, Kamui Kobayashi, Mike Conway e Stephane Sarrazin hanno preceduto di un soffio (un secondo e mezzo) la seconda Audi R18 (la numero 8), quella di Lucas di Grassi, Oliver Jarvis e Loic Duval. L'equipaggio della casa nipponica è riuscito a non perdere troppo terreno e nel finale, con le gomme nuove, Kobayashi ha infilato Duval grazie ad un ritmo sul giro decisamente più veloce. Nelle tornate decisive, il francese ha provato ad attaccare il giapponese, la rincorsa si fermata allo scoccare delle 6 ore con un margine risicatissimo.
Al terzo posto la Porsche numero 1 dei campioni del mondo Mark Webber (che ha annunciato il ritiro dall'attività agonistica a fine anno per diventare ambasciatore della casa di Zuffenhausen), Brendon Hartley e Timo Bernhard, che malgrado un ritardo contenuto, poco meno di 16 secondi, non è mai veramente stata in lotta per la vittoria. Sempre con lo stesso numero di giri, 244, l'altra Toyota, quella di Anthony Davidson, Kazuki Nakajima e Sébastien Buemi, è arrivata quarta (quasi 54 secondi dopo quella che ha vinto), seguita in quinta posizione dalla seconda Porsche.
Neel Jani, Romain Dumas e Marc Lieb hanno “limitato” i danni restando saldamente al comando del mondiale con 140 punti, ovvero 23 in più rispetto a Kobayashi, Sarrazin e Davidson e 28,5 su Di Grassi, Duval e Jarvis. Il secondo equipaggio della Porsche ha chiuso con un giro in meno, per via anche di una sosta prolungata ai box a causa dell'intervento sull'anteriore della monoposto ibrida. Niente da fare per la Audi di André Lotterer, Marcel Fässler e Benoit Treluyer, costretta al ritiro dopo solo 36 giri.
A due gare dal termine (Shanghai e Bahrain), Porsche ha guadagnato ulteriormente terreno su Audi fra i costruttori: è salita a quota 263 ed ha incrementato il margine di sei lunghezza (204). Toyota ha incamerato 37 punti, ma con 174 puntin non può più puntare al titolo. Fra i privati la Rebellion ha “sofferto” solo per 79 giri: poi, la R-One di Alexandre Imperatori, Dominik Kraihamer e Matheo Tuscher ha gareggiato da sola perché la CLM P1/01 del team ByKolles affidata a Simon Trummer, Oliver Webb e Pierre Kaffer ha accusato un principio d'incendio ed è stata costretta al ritiro.
Quotidiano Di Puglia