Salento, il boom del turismo e la disastrata rete dei trasporti

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Gentile direttore, sono un turista trentino, in vacanza a Otranto, e sono a mia volta un imprenditore nel settore turistico...

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Gentile direttore,

sono un turista trentino, in vacanza a Otranto, e sono a mia volta un imprenditore nel settore turistico (gestisco un albergo). Ho letto in questi giorni sul vostro giornale gli articoli sui gravi disservizi nei collegamenti con le località costiere del Salento dall'aeroporto di Brindisi e dalla stazione ferroviaria di Lecce. Bravi, fate bene a denunciare questo scandalo. Ma come si può avere una costa e un mare così belli, dei centri storici così unici e sprecare tutte queste risorse con una così evidente cattiva organizzazione? Un peccato. E poi ci si lamenta dell'abbandono del Sud. Vorrei solo far sapere che per venire da Otranto a Lecce e per far ritorno a Lecce mi è costato non solo sudore, stress e imprecazioni, ma alla fine anche 140 euro. E lo chiamate turismo, questo?

M.Senoner (Bolzano)


Che dirle? Stiamo lanciando da almeno tre mesi dalle colonne del giornale appelli e richieste di intervento alla Regione, alle Province e ai Comuni sul disastrato pianeta dei trasporti nel Salento, le cui dirompenti conseguenze sarebbero esplose sicuramente in queste settimane con il previsto boom turistico e il raddoppio dell'utenza. Non bisognava certo essere dei maghi per prevederlo. Eppure, nessuno si è mosso. Vuole sapere, anzi, qual è stata al risposta di un altissimo esponente delle istituzioni pugliesi alle nostre sollecitazioni di intervento? Eccola: “Ma che cosa volete, se treni e aerei sono tutti esauriti, se i collegamenti fanno registrare il pienone, vuol dire che il Salento è sulla strada giusta. L'overbooking è sinonimo di successo”. Una risposta da far cadere le braccia. E da far salire l'indignazione. Lei venendo dal Trentino non è a conoscenza di che cosa sia stata capace la vecchia gestione delle Ferrovie Sud Est. Uno scandalo con enorme spreco di danaro pubblico, con l'affidamento di costosissimi incarichi e consulenze senza alcuna ricaduta sul miglioramento del servizio, con l'acquisto di treni all'avanguardia e mai utilizzati, lasciati marcire nei depositi. Lei, giustamente, si chiede che turismo sia mai questo. Ma l'emergenza dura tutto l'anno. Pensi che uno studente o un lavoratore pendolare che deve raggiungere Lecce dai centri costieri impiega anche più di un'ora e mezza tra cambi di treni e, spesso, corse saltate. Eppure anche questa è Italia e anche qui corre l'anno 2016.  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia