Sette anni di reclusione al patrigno accusato di aver violentato la figlia della nuova moglie per cinque anni di seguito. Da quando aveva 14 anni fino al compimento del 19esimo...
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I particolari di quelle violenze sono stati riportati nel capo di imputazione e possono essere soltanto sintetizzati in questo modo: quell’uomo avrebbe trattato la sua figliastra come una donna fatta e consenziente. Invece aveva 14 anni e tutte le volte sarebbe stata presa con la forza per sottometterla alle sue brutalità
Quell’uomo venne poi arrestato nell’inchiesta condotta dallo stesso pubblico ministero, Carmen Ruggiero, che nell’udienza di ieri ha chiesto nove anni di reclusione. La condanna inferta dal collegio giudicante ha tenuto conto anche della riduzione del rito processuale, l’abbreviato che prevede uno sconto di un terzo della pena. L’abbreviato chiesto dall’avvocato difensore Paolo Spalluto per la sola accusa di violenza sessuale sulla ragazza (il commerciante risponde anche di violenza sessuale sulla ex moglie e di maltrattamenti in famiglia) e che è stato concesso solo dopo le indicazioni sul punto arrivate dalla Corte Costituzionale.
Il difensore, peraltro, ha citato una sentenza della Corte di Cassazione che in tema di violenza sessuale ha stabilito che la violenza sessuale debba considerarsi meno grave quando la vittima ha avuto già rapporti sessuali. E lo ha fatto perché nel corso del processo la ragazza ha confessato di aver dovuto subire due rapporti. Se e quale rilevanza sia stata data a questa circostanza, lo diranno le motivazioni della sentenza che saranno depositate entro i prossimi tre mesi.
Intanto il dispositivo della sentenza ha stabilito che l’imputato debba versare una provvisionale di 70mila euro a testa alla ragazza ed alla madre (assistite dall’avvocato Claudio Di Candia). E anche che sia interdetto dalla potestà genitoriale e dagli uffici pubblici per la durata della pena.
Il processo di primo grado non è finito. Avrà un seguito: l’avvocato Spalluto ha chiesto al collegio dei giudici di asternersi dal giudicare l’imputato con il rito ordinario per le accuse di violenza sessuale sulla moglie e per maltrattamenti in famiglia. La richiesta è stata rigettata e per questo il legale ha ricusato il collegio. Se la ricusazione sia fondata lo stabilirà ora la Corte d’Appello e la decisione sarà resa nota nell’udienza del 15 giugno prossimo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia