Spaventa, e non poco, il caso Fipronil nel Salento. Dopo il sequestro a titolo cautelativo di 4mila uova disposto due giorni fa dall’Asl di Lecce, tra i consumatori...
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«Non si può stare più tranquilli – afferma il leccese Paolo Marchesi -. Serve più informazione e più controlli. Non si può arrivare al punto di ritirare un prodotto dal mercato. E chi ha già consumato le uova cosa fa? Si deve preoccupare? Anche da questo punto di vista c’è poca informazione».
Due giorni fa, in uno dei controlli a campione predisposti dalla Regione Puglia su input del ministero della Salute, gli ispettori dell’Istituto veterinario dell’Asl di Lecce hanno requisito a titolo cautelativo il lotto di uova “12-21 agosto 2017” provenienti dall’azienda di produzione e imballaggio “La Vegliese”. Secondo quanto emerso dalle analisi delle uova prelevate dai sanitari in fattoria lo scorso 16 agosto, i valori dell’insetticida rilevato nell’alimento risultano superare il limite consentito dello 0,005 mg/kg. L’azienda interessata ha attivato le procedure per recuperare il lotto sospetto, ritirando dal mercato i prodotti “fuori legge”, mentre i rivenditori della provincia, a cominciare dalla catena di supermercati Ipermac e Supermac, hanno invitato i clienti a restituire il prodotto al punto vendita.
«Una signora si è presentata con un uovo in mano per sapere se fosse tra quelli sospetti – racconta il direttore di uno dei “Supermac” presenti nel capoluogo salentino. Sicuramente c’è preoccupazione però nessuno si è presentato per restituire la confezione. Chi ha acquistato il prodotto tenderà a disfarsene più che a restituirlo. Noi nel frattempo abbiamo seguito le indicazioni e rimaniamo in attesa di ulteriori accertamenti». Il fluocianobenpirazolo - questo il nome chimico – è una sostanza impiegata come insetticida nei prodotti veterinari per combattere pulci, acari e pidocchi. Negli animali destinati al consumo, l’utilizzo del Fipronil è vietato per evitare che negli alimenti si possano trovare residui potenzialmente tossici.
«Non è bello sapere che il problema Fipronil è arrivato anche a Lecce – sottolinea il salentino Giovanni Di Paola -. Parlare di allarme forse è ancora eccessivo anche perché non si sa nulla di preciso. Hanno fatto bene a ritirare il prodotto però speriamo si tratti solo di un falso allarme». «Chissà quanti prodotti “sospetti” si consumano ogni giorno – aggiunge la signora Sofia -. Di questo passo le persone diventeranno sempre più diffidenti. Io compro frutta e verdura solo dal negozio di fiducia perché so da dove provengono».
Intanto l’azienda produttrice comunica che «non vi sono rilievi di contaminazione su altri lotti» e precisa anche che «sta adottando tutte le misure di autocontrollo per comprendere ed eliminare le cause di eventuale contaminazione». L’azienda, inoltre, sottolinea che «non ha mai utilizzato antiparassitari o altri prodotti contenenti Fipronil» e che i controlli «hanno escluso la presenza di tali sostanze presso lo stabilimento». Nonostante le rassicurazioni, però, crescono i timori da parte di chi ha già consumato il prodotto e che, tramite le pagine dei social, ha manifestato le proprie preoccupazioni verso «la scarsa attenzione nei riguardi degli acquirenti». Non tutti però temono il “caso” salentino. «Forse parlare di allarme è eccessivo – afferma Vincenzo Cariola -. Prima bisogna capire in che modo questo prodotto può essere nocivo. Speriamo solo che gli organi competenti non abbassino la guardia».
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Quotidiano Di Puglia