Parte l’inchiesta penale che vuole stabilire se l’aumento esponenziale dei tumori sia dovuto alle emissioni inquinanti delle industrie e delle aziende salentine. Anzi,...
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Il confronto è servito a fare il punto su un fascicolo aperto nel 2013 e solo di recente assegnato all’aggiunto Mignone, sulle morti causate dalle neoplasie e la presenza di impianti produttivi nella zona di Galatina e dintorni. E dunque, anche nella Grecìa Salentina indicata nel report per la più alta concentrazioni di tumori polmonari fra la popolazione maschile. I monitoraggi costituiscono il primo passo di questa inchiesta contro ignoti che ha come titolo di reato l’ipotesi di inquinamento ambientale.
La Forestale farà prima uno screening sul numero di aziende che producono emissioni, ma sarà importante anche stabilire la loro concentrazione: il controllo non potrà tenere conto della singola azienda, ma della vicinanza con altri impianti produttivi e la distribuzione sul territorio per valutare se complessivamente venga sforato il livello massimo delle emissioni.
La parte di Salento al momento interessata a questo monitoraggio è quella di Soleto, Sternatia, Zollino, Melpignano, Castrignano dei Greci e Maglie, insieme agli altri comuni prossimi a Galatina come Galatone, Seclì, Neviano,
Aradeo. L’inchiesta non ha ancora acquisito il report diffuso ad inizio settimana e che ha raggruppato i dati della Asl e dell’Arpa, ma si sta concentrando lo stesso sul distretto di Galatina: se il report lo ha collocato al primo posto nella classifica stilata in base al numero di ammalati di tumore e la popolazione, queste stesse indicazioni sono state fornite dall’esposto presentato in Procura tre anni fa dall’associazione “Nuova Messapia”.
In questi giorni un invito ad acquisire gli ultimi dati sui decessi causati dai tumori e sulla popolazione colpita, 2.084 su 4.129 in un anno, è arrivato alla Procura dal direttore del dipartimento di Prevenzione della Asl, il dottore Giovanni De Filippis: questo studio potrà fornire agli inquirenti un quadro completo sui tumori ai polmoni, alla prostata, alla vescica, al colon retto, alla mammella, all’utero ed alla tiroide. In questo stesso studio ci sono indicazioni che mettono in relazione le patologie con le emissioni inquinanti, ma si è anche occupato di quella che sarebbe una scarsa propensione dei titolari delle aziende sia a tutelare la salute dei lavoratori che ad avere più attenzione alle emissioni.
La materia si presenta, dunque, particolarmente complessa per cercare di stabilire un eventuale nesso causale fra tumori ed inquinamento ambientale. Lo screening ed il monitoraggio serviranno ad ogni modo a stabilire la concentrazione di emissioni nell’aria e la loro provenienza: perché al momento non esiste alcuno studio scientifico che indichi con certezza se l’inquinamento sia prodotto in una zona come il Salento a scarsa concentrazione industriale o dal polo siderurgico di Taranto, come dal petrolchimico
e le centrali a carbone di Brindisi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia