Maltrattamenti ai bimbi? Genitori parti civili contro la maestra

Maltrattamenti ai bimbi? Genitori parti civili contro la maestra
LECCE - Sono dodici su quindici le famiglie che si sono costituite parte civile nel processo contro la maestra, all’epoca dei fatti insegnante presso la scuola...

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LECCE - Sono dodici su quindici le famiglie che si sono costituite parte civile nel processo contro la maestra, all’epoca dei fatti insegnante presso la scuola dell’infanzia di Tuglie, che avrebbe maltrattato i suoi alunni. Nell’udienza che si è svolta ieri con il pubblico ministero Maria Vallefuoco in sostituzione della titolare del fascicolo Stefania Mininni, l’avvocato Maria Greco, legale di due coppie di genitori, ha chiesto che il Miur, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, fosse citato a giudizio per la responsabilità civile, richiesta questa autorizzata dal gup Antonia Martalò, che ha inoltre fissato la prossima udienza per il 28 giugno.

L’inchiesta, che vede accusata di maltrattamenti la docente di 51 anni residente ad Alezio e difesa dagli avvocati Rocco Vincenti e Lanfranco Leo, è partita nel 2014, quando sul tavolo del sostituto procuratore Stefania Mininni arrivò un esposto dettagliato, nel quale venivano segnalati alcuni sospetti riguardanti il comportamento che questa insegnante aveva con i suoi piccoli alunni.

Ipotesi e dubbi che il pm volle approfondire, dando mandato ai carabinieri della stazione di Sannicola, al comando del maresciallo Luca Russo, di installare delle videocamere all’interno dell’aula. L’insegnante sarebbe stata immortalata mentre manifestava un comportamento improntato sull’autoritarismo verso gli alunni di età compresa tra i 5 e i 5 anni. A lei vengono contestati continui atti di vessazione, tali da procurare sofferenze ed umiliazioni che si concretizzavano in ripetute espressioni verbali, volgari e di scherno, con offese ed umiliazioni, minacce e bestemmie. In alcuni casi la docente avrebbe anche alzato le mani, dando agli alunni percosse e sculacciate, schiaffi e strattonamenti.


L’operato della donna avrebbe poi provocato nei bambini violenza psicologica, tale da produrre in loro cambiamenti umorali, minzioni involontarie e variazioni del comportamento quotidiano. La notifica della chiusura delle indagini ha raggiunto, nel giugno del 2015, anche i genitori dei bambini, circa sette, che sarebbero stati oggetto di questi comportamenti. Alcuni di loro dichiararono che non si erano mai accorti di nulla. Ora però, in gruppo, si sono costituiti parte civile, difesi dagli avvocati Maria Greco, Fabio Ruberto,Ezio Garzia, Angelo Chetta, Lorenzo Rizzello, Biagio Palamà, Giulio Carrobbio e Stefano Antonica.  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia