Avrebbe fornito da Roma notizie a Maria Antonietta Gualtieri sulle linee guida dei nuovi progetti finanziati dal “Pon Sicurezza”? “Corruzione per...
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Di questa circostanza si parla in quel filone dell’inchiesta che contesta alla presidente Gualtieri il tentativo di allacciare rapporti con i funzionari romani per assicurarsi la proroga del progetto ed un nuovo finanziamento. Per perpetrare - questa la prospettiva accusatoria - ancora quel comportamento truffaldino seriale che ha convinto il giudice Giovanni Gallo a disporre il suo arresto in carcere.
Le indagini hanno svelato anche un altro particolare, in questo filone: la presidente avrebbe affermato davanti ad alcuni collaboratori di stare creando un fondo nero per corrompere i funzionari romani che avevano nelle mani i destini ed il futuro dell’associazione. Perchè avrebbe chiesto loro di versare mensilmente una cifra: prima 20, poi 50 e poi 100 euro. Per mantenere le amicizie a Roma con dei “regalini”, dicono le carte dell’inchiesta.
Che è cosa diversa dal rapporto che sarebbe intercorso con la funzionaria Miglio. Perché di quei “regalini” non è stata trovata traccia. E per questo alla Gualtieri le viene contestata l’ipotesi di reato di millantato credito in concorso con la segretaria Serena Politi e con il figlio Stefano Laudisa. «Il contributo preteso mensilmente dalla Gualtieri da parte di noi collaboratori, inizialmente pari a 20 euro, è stato poi aumentato a 50 euro nel mese di ottobre 2014», ha raccontato uno degli ex collaboratori agli inquirenti. «Ed infine ho portato a 100 euro nel mese di novembre 2014. La Gualtieri pretendeva l’erogazione di tale contributo che veniva riscosso dapprima da Stefano Laudisa. E successivamente, dalla Politi con il rilascio di ricevuta. La stessa giustificava tale richiesta al fine di finanziare regalie che lei portava a Roma presso gli uffici del Ministero».
Il rapporto con la funzionaria Miglio è emerso nel corso delle intercettazioni telefoniche. A cominciare da quel 2 marzo del 2015 con la chiamata a Giuseppe Naccarelli per metterlo al corrente dell’esito dell’incontro avuto con la Miglio sulla proroga del progetto e sulla possibilità di ottenere nuovi finanziamenti. Quella telefonata in cui sostiene di essersi fatta avanti perchè «ho capito l’antifona». : «Ti anticipo una cosa, poi vediamo se riesci a capirmi: allora, la figlia della Letizia è psicologa e non riesce a trovare qui cose....tanto che sta in Germania...perché una si deve fare un curriculum, no? Hai capito bene. E, qundi, guarderà anche lei, insomma, le linee guida e le cose». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia