Gli uomini della Polizia Provinciale nell’ambito di un’attività di indagine a tutela del patrimonio agreste dell’Area Parco Naturale Regionale...
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I lavori, secondo gli investigatori, erano stati eseguiti in assenza di autorizzazioni in una zona agricola, soggetta al vincolo paesaggistico nell'Area del Parco Naturale Regionale, ove vige il divieto assoluto di nuove edificazioni. Il cantiere era stato avviato su una costruzione apparentemente preesistente. Infatti gli agenti della Polizia Provinciale hanno riscontrato che nel 2013 era stato accatastato un rudere, sicuramente realizzato ad “hoc”, che non compariva sulle aerofotogrammetrie precedenti allo stesso anno.
Questa ormai è una tecnica conosciuta agli investigatori che in passato hanno già avuto a che fare con queste “astuzie”, ossia rappresentare dei manufatti edili apparentemente di antica manifattura; ciò consentirebbe di richiedere i titoli autorizzativi per interventi di restauro e/o recupero degli stessi ed avere modo di edificare in zone dove vige il divieto assoluto di edificazione. Inoltre il cantiere era stato camuffato con dei rami e cespugli accatastati sul lato fronte mare in modo da non essere individuato dalla vicina litoranea.
Una volta sul posto, la polizia ha trovato degli attrezzi da cantiere lasciati frettolosamente sul posto, segno che erano in atto dei lavori eseguiti da operai che alla vista degli agenti hanno preferito dileguarsi nella macchia. Sono stati quindi apposti i sigilli ed è stata accertata la proprietà dell’area che risulta appartenere a una donna residente a Tricase, che è stata denunciata alla magistratura.
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Quotidiano Di Puglia