A casa, al bar, al supermercato o in officina in orario di lavoro: sospesi due dipendenti dell'Arpal. Sono accusati di truffa

A casa, al bar, al supermercato o in officina in orario di lavoro: sospesi due dipendenti dell'Arpal. Sono accusati di truffa
Sospesi per un mese i due dipendenti della sede di Tricase dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro (Arpal) accusati di assenteismo. Il giudice per le...

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Sospesi per un mese i due dipendenti della sede di Tricase dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro (Arpal) accusati di assenteismo. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Simona Panzera, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Maria Consolata Moschettini che contesta loro l’ipotesi di reato di truffa alla Regione: 29 ore e 22 minuti per l’una e 23 ore e 49 minuti per l’altro, le assenze ingiustificate rilevate nell’inchiesta condotta con i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Tricase attraverso pedinamenti, videoriprese, foto e controlli del registro delle presenze nella sede di via Stazione dell’Arpal.

 

La decisione e il processo


Il provvedimento è stato adottato dopo l’interrogatorio del dipendente (assistito dall’avvocato Claudio Pispero) e dopo avere valutato la memoria depositata dall’avvocatessa Ivana Quarta per conto dell’altra indagata. Il giudice ha tuttavia stabilito che nessuna delle circostanze evidenziate dalle difese giustifica le mancate segnalazioni all’ufficio delle assenze, tenuto conto che per i dipendenti vige il divieto di allontanarsi senza avere strisciato il badge per indicare le ore o i minuti in cui si allontanano. E questo, anche se fosse stato autorizzato il trasferimento di chiamata, anche se intanto l’ufficio fosse rimasto chiuso per contenere i contagi da Covid, pur per ragioni di salute e anche se in attesa di essere messi a riposo.
I legali valutano ora se ci siano i presupposti per presentare ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento della sospensione, tenuto conto che sia l’una che l’altro abbiano sostenuto che quelle assenze siano state necessarie.
L’inchiesta è giunta al momento ad altre conclusioni, quelle avallate dal giudice con la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio di un servizio pubblico. L’inchiesta avviata dopo le segnalazioni arrivate ai carabinieri da quegli utenti dell’Arpal che non ricevevano udienza e che intanto avevano notato i due dipendenti in giro per Tricase durante quelli che vengono indicati gli orari di servizio. Ora al bar, ora alla tabaccheria, ora al supermercato, ora a casa. A volte timbrando all’ingresso e alla uscita e intanto allontanandosi dall’ufficio. A volte con qualcuno che avrebbe timbrato al posto loro, senza che mettessero mai piede in ufficio.
Le assenze contestate alla dipendente sono quelle del 24 e del 26 novembre 2020: 1, 10 e 15 dicembre; 10, 12 e 15 febbraio. Per l’altro indagato si parla invece di 24, 26 e 30 novembre; 1, 10, 11 dicembre; 9, 10, 11 e 12 febbraio.


Nel primo giorno in cui la dipendente è stata controllata, i carabinieri hanno constatato come avesse timbrato in ingresso e in uscita per i turni del mattino e del pomeriggio, per complessive sette ore e mezzo. Tempo che invece avrebbe impiegato per andare al bar, in officina per il collaudo dell’auto e poi in tabaccheria. Un copione replicato quasi per intero il 26 novembre con la variante del supermercato e della casa di residenza piuttosto che la tabaccheria ed il collaudo. Al dipendente vengono contestati per lo più numerosi rientri a casa. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia