Una gatta viola i sistemi di sicurezza della Procura di Lecce. L’impellente necessità di trovare un luogo appartato per partorire, l’ha spinta a raggiungere il...
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E’ successo qualche giorno fa, durante un rientro pomeridiano. La stanza scelta dalla gatta è stata quella della cancelleria del pubblico ministero Donatina Buffelli. Una delle prime all’ingresso del corridoio, la più adatta con quell’armadio semi aperto e con fascicoli adatti a fare da cuscino.
Come ci è arrivata, lì indisturbata mamma gatta con il suo prezioso carico di cinque micini? Si è fatta tre piani di scale, probabilmente alla pausa pranzo quando il palazzo si spopola. O restano chiusi solo gli uffici di qualche pubblico ministero, cancelliere o dipendente che mantiene la silhouette saltando il pasto.
Nel silenzio della controra, con il suo pancione pendente, la gatta si è intrufolata in Procura. E della sua presenza con la nuova cucciolata, si sono accorti i dipendenti della cancelleria quando hanno cominciato a sentire dei miagolii striduli: erano i primi segni di vita lanciati dai piccoli.
Dopo la prima sorpresa ed un po’ di imbarazzo, è stato attivato il protocollo: sono arrivati i poliziotti municipali della sezione di polizia giudiziaria distaccata in Procura. Ed a loro volta hanno interpellato il veterinario di turno della Asl.
Quella stanza, insomma, per qualche decina di minuti si è trasformata in un ambulatorio. Infine mamma gatti e gattini sono stati trasferiti in un centro per animali randagi e la stanza è stata sigillata per essere sottoposta a disinfestazione.
Ma perché una gatta sceglie la Procura per partorire? Probabilmente appartiene alla colonia che vive sul retro di Palazzo di Giustizia. Avranno trovato qualche varco, quei gatti. E ciò spiegherebbe il ritrovamento saltuario di escrementi lungo i corridoi delle aule. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia