Ulivi, scaduti i termini per gli abbattimenti volontari. Al via gli espianti in danno

Ulivi, scaduti i termini per gli abbattimenti volontari. Al via gli espianti in danno
Contro la xylella fastidiosa ora entra in campo l’Arif. Da ieri sono cominciati i primi abbattimenti in danno dei proprietari che hanno disatteso l’obbligo del termine di 10...

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Contro la xylella fastidiosa ora entra in campo l’Arif. Da ieri sono cominciati i primi abbattimenti in danno dei proprietari che hanno disatteso l’obbligo del termine di 10 giorni contenuto nella notifica di ordinanza a firma del commissario delegato per l’emergenza, Giuseppe Silletti, per sradicare gli ulivi negli appezzamenti di terreni di loro pertinenza. Si tratta di cittadini che si sono rifiutati di tagliare volontariamente gli alberi sani nel raggio dei cento metri dalla zona infetta, motivo per cui la struttura commissariale, così come prevede il piano-bis (che recepisce la Decisione di esecuzione Ue mutuata dal decreto ministeriale del 19 giugno scorso, ndr), ha dato mandato agli uomini dell’Arif che ieri hanno cominciato ad abbattere in danno, che significa che i proprietari terrieri inadempienti non solo non riceveranno nessun indennizzo per le piante sradicate, ma dovranno anche accollarsi le spese sostenute dallo Stato per rimuovere gli alberi tramite l’Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali.




Diversi gli ulivi abbattuti ieri sia a Trepuzzi, in provincia di Lecce, che a San Pietro Vernotico, nel Brindisino, nonostante i presidi degli ambientalisti che hanno cercato di impedire i tagli. Non sono mancati alcuni momenti di tensione e gli uomini dell’Arif non hanno avuto compito facile. A Trepuzzi, per consentire di portare a termine le operazioni, sono dovuti intervenire anche i carabinieri. Ma il piano dovrà andare avanti, secondo il diktat dell’Unione Europea, che pretende l’applicazione della norma relativa all’eradicazione nei cento metri, nonostante i diversi ricorsi - ultimo quello del Wwf nazionale, che si oppongono proprio a questa misura così restrittiva.

«Poiché i proprietari non hanno abbattuto volontariamente, abbiamo avviato i primi interventi in danno con l’Arif - ha confermato il commissario Silletti - in questo modo i costi sostenuti saranno a totale carico dei titolari dei fondi».
Intanto, una buona notizia arriva dal fronte ministeriale e riguarda gli indennizzi per i proprietari che, invece, decisono di abbattere le loro piante volontariamente. È stato firmato il primo dicembre scorso il nuovo decreto - 9 articoli in tutto - che aumenta i ristori fino a 261 euro. In pratica, oltre all’indennizzo per il danno subito - previsto nell’articolo 2 - che stabilisce un indennizzo di 146 euro per ogni pianta d’ulivo estirpata in impianti di densità uguale o minore di 100 pianta per ettaro, si aggiunge ora - come recita l’articolo 3 - un indennizzo dei costi per l’estirpazione degli ulivi, che ammonta a 115 euro nel caso di ulivi estirpati in impianti con densità uguale o minore di 100 piante per ettaro o per ulivi per i quali non è determinabile il sesto di impianto. In totale, quindi, si tratta di un ristoro economico pari a 261 euro, che derivano dalla somma di 146 e 115 euro per chi decide di abbattere volontariamente.

Intanto, oggi alle 9.30, nell’aula del Consiglio regionale pugliese, è in programma l’audizione monotematica sul caso “xylella” richiesta dal consigliere Cristian Casili del Movimento 5 Stelle. Sarà presente il commissario Silletti; oltre a lui e all'assessore all’agricoltura Leo Di Gioia parteciperanno venticinque esperti in materia provenienti da tutta Italia. Scopo dell'audizione è quello di fare il punto sulla tematica realizzando un resoconto ufficiale in merito alle ricerche in corso e alle misure di intervento per il contenimento del patogeno necessarie in una fase così delicata.

«Un’ audizione di fondamentale importanza - ha dichiarato Casili - perchè si informeranno i consiglieri sullo stato dell'arte della fitopatia e delle misure per contenerla, che certamente non sono quelle previste. Noi continuiamo ad agire in difesa dei nostri ulivi, al presidente Emiliano che in campagna elettorale dichiarò che avrebbe “scatenato l’inferno” sulla questione lasciamo gli annunci, nella speranza che prima o poi anche lui si schieri nettamente senza “se” e senza “ma” a favore o contro questo folle piano delle eradicazioni». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia