Treni da incubo: la metà è senza aria condizionata

Treni da incubo: la metà è senza aria condizionata
Treni a rischio altoforno per i passeggeri salentini. Almeno il 50% dei convogli delle Sud Est non ha l'aria condizionata in un periodo diventato già critico per...

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Treni a rischio altoforno per i passeggeri salentini. Almeno il 50% dei convogli delle Sud Est non ha l'aria condizionata in un periodo diventato già critico per l'arrivo dell'anticiclone Scipione dall'Africa. «Parliamo di una decina di Atr - spiega Giuseppe Guagnano, segretario Filt Cgil -, su un totale di 25, ma che per le normali regole di manutenzione si riducono a una ventina. È un problema serio per i pendolari costretti a fare i conti con le temperature infernali del periodo ma che complessivamente riguarda il parco macchine delle Sud Est».

Guagnano ricorda che il 70% circa dei treni utilizzati ha un'età media di 50 anni, con carrozze prive di confort. Si tratta di modelli Fiat Aln, treni che la stessa Trenitalia ha mandato in disuso e rottamato da 25 anni. «Non solo treni desueti -continua Guagnano- ma anche in numero insufficiente tanto da aver determinato, nei giorni passati, la soppressione continua di diverse corse, con notevoli disagi. Inoltre, il tanto annunciato adeguamento infrastrutturale, che prevedeva l'elettrificazione e la messa in sicurezza della rete, al momento non vede la luce». Ad essere interessati tutti i convogli che percorrono la rete ferroviaria riguardante il lembo terminale della penisola, da Martina Franca a Gagliano del Capo.

Si cerca di mettere una toppa

«In questi giorni - evidenzia il sindacalista - si sta tentando di applicare un sistema di aria condizionata alle vecchie littorine, ma si tratta di una situazione molto complessa e dagli effetti assolutamente scadenti. Resta un serio problema di programmazione degli interventi che non possono essere fatti ad inizio giugno, quando nel Salento è praticamente estate piena». Altre due variabili sono la velocità ridotta dei convogli vista la mancanza del sistema Smct (sistema di controllo marcia treno), che costringe i macchinisti a viaggiare a non più di 50 km/h. «I ritardi accumulati nella provincia di Lecce - ribadisce Guagnano - hanno mostrato un'arretratezza inconfutabile del trasporto pubblico locale rispetto ai territori di Bari e Taranto, dove il sistema Scmt è attivo sul 50% della rete, l'elettrificazione-attrezzaggio della rete è quasi completa e dove circolano treni di ultima generazione, anche elettrici. C'è anche una ridotta rotazione del personale con turni di lavoro molto intensi».

Carenza di organico

Guagnano è diretto. «La carenza di organico è una questione molto seria - osserva -. I contratti di lavoro prevedono che si possano fare più di 8 ore, ma poi bisogna tenere conto delle condizioni in cui un macchinista arriva a fine turno. Si dovrebbe arrivare ad un massimo di 50 ore settimanali con una compensazione nelle 26 settimane dell'anno. Se pensiamo che i lavoratori per legge devono fare almeno 15 giorni lavorativi, si capisce che non si può continuare. Senza parlare della dismissione della sala Got, la sala operatori di trasporti di Lecce con accentramento su Bari. C'è un'unica sala composta da operatori di servizio, con un coordinatore di gestione mezzi ed equipaggi (capotreni e macchinisti). A Lecce sono rimasti solo i coordinatori e a Lecce gli operatori d'esercizio. E questo non fa altro che complicare le procedure».

Il caldo insomma non fa altro che acuire una serie di criticità che da tempo affliggono l'offerta del trasporto locale, interessando anche una parte di quello su gomma. Sotto accusa i cosiddetti torpedoni o bus con rimorchio. «Sono i mezzi più capienti conclude Guagnano - che vengono utilizzati principalmente per il trasporto scolastico. Allo stesso tempo però sono quelli più vecchi, che non dispongono di aria condizionata. Con gravi conseguenze per il personale e per l'utenza visto che non si possono aprire i finestrini».
 

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Quotidiano Di Puglia