Tap, la Procura di Lecce indaga sull'inquinamento delle acque

Tap, la Procura di Lecce indaga sull'inquinamento delle acque
La Procura di Lecce sta indagando sulla realizzazione del gasdotto Tap a Melendugno, con una ipotesi di inquinamento delle acque vicino al cantiere di San Basilio. La notizia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La Procura di Lecce sta indagando sulla realizzazione del gasdotto Tap a Melendugno, con una ipotesi di inquinamento delle acque vicino al cantiere di San Basilio. La notizia è riportata sulla edizione di Bari del quotidiano La Repubblica. L'ipotesi che la Procura ha chiesto ai carabinieri di verificare, evidenzia il quotidiano, è che il cantiere non sia stato ben impermeabilizzato e ciò abbia determinato la perdita di sostanze pericolose nel terreno e nella falda. In particolare, si ipotizza che il colpevole dell'inquinamento sia il cemento utilizzato per costruire il pozzo di spinta, nel quale saranno calati sofisticati macchinari per costruire il microtunnel verso il mare. Non è un caso, evidenzia La Repubblica, che durante i prelievi effettuati da Arpa su delega della magistratura (l'ultimo dei quali il 4 ottobre) siano stati presi campioni di acqua ma anche di cemento. Delle indagini, sottolinea il quotidiano, si sta occupando la pm Valeria Farina Valaori, con la supervisione del procuratore della Repubblica Leonardo Leone De Castris. Gli accertamenti partirono dopo che, lo scorso luglio, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, vietò di estrarre acqua da pozzi in una vasta area a ridosso di San Basilio, a causa della presenza di alcune sostanze (nichel, cromo, vanadio, arsenico e manganese) oltre i limiti consentiti. A quella ordinanza, conclude il quotidiano, Tap rispose spiegando che nichel, arsenico e manganese erano già presenti nella falda prima dell'inizio dei lavori.
Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia