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Sul piatto ci sono 55 milioni euro. È quanto Tap e Snam hanno messo a disposizione a titolo di compensazione per i territori interessati dal passaggio del gasdotto, che è ormai in procinto di entrare in funzione. Una scelta, quella di impiantare il gasdotto, subita dal territorio, che non ha mai accettato l'approdo del grosso tubo sulla spiaggia di San Foca ma, nonostante presidi e proteste, il passo indietro auspicato non è stato fatto. E adesso si rischia di perdere anche quei fondi che permetterebbero di realizzare altre opere e farebbero comunque bene al territorio stesso e all'occupazione in un periodo nero per l'economia. Nei giorni scorsi il consigliere regionale del Pd, Fabiano Amati, ha ipotizzato il rischio che quei fondi vadano sprecati, perché nel Salento i sindaci sono divisi tra i pochi che vorrebbero almeno accettare i ristori e quelli che invece, guidati dal primo cittadino di Melendugno, Marco Potì, ritengono inaccettabile accettare di «farsi comprare» da chi, a loro dire, ha deturpato il territorio stesso. E non si è mai trovata la quadra.
Sull'argomento interviene il neo consigliere regionale Antonio Gabellone, che invita il presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, a convocare l'assemblea dei sindaci per fare il punto sull'argomento. «L iniziativa del consigliere Amati - dice Gabellone - non può lasciarmi indifferente.
La palla passa dunque al presidente della Provincia a cui spetta il compito di convocare l'assemblea per chiedere ai Sindaci della provincia perché si possa esprimere sulla possibilità di accettare i fondi, anche a fronte del fatto che ormai è chiaro che il gasdotto entrerà in funzione e non c'è più nulla da fare per scongiurare questa eventualità. «I rubinetti di Tap stanno per aprirsi - e non possiamo, dopo aver subito questa scelta, rinunciare all'utilizzo di risorse utili al Salento». Amati, nei giorni scorsi, aveva spinto per prendere i fondi, anche se il Salento dovesse esprimersi per il rigetto della proposta. «Stiamo perdendo i soldi per gli investimenti di compensazione. Se Melendugno e il Salento non sono interessati, e ciò mi spiace, a me interessa che sia mantenuto l'impegno a realizzare nella Cittadella della ricerca di Brindisi un centro di ricerca e sviluppo su decarbonizzazione e sostenibilità ambientale. Ci troviamo ad assistere all'opera finita e in via d'entrata in esercizio, con amministratori pubblici impegnati a discettare sul denaro come sterco del diavolo. Se Melendugno e la Provincia di Lecce vogliono rinunciare ai 55 milioni di investimenti promessi, non possono risucchiare in questa sciagura anche Brindisi e la sua quota parte prevista per la Cittadella della ricerca». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia