Lame improvvisate, tagli sulle braccia e sulle mani, poi le fotografie postate nei gruppi chat o inviate a mezzo smartphone. Per riconoscersi, dimostrare di essere passati...
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I protagonisti del rituale al limite del sadico sono giovanissimi, non hanno più di 14 anni, nessuna collocazione geografica specifica, uniti dal filo rosso di un’età votata alla contestazione, figli dell’era digitale e del dialogo alienante a mezzo social.
La pratica sarebbe diffusa anche nel Salento. Nelle scuole medie di un comune a nord di Lecce sono stati segnalati alcuni casi sospetti, una decina: le forze dell’ordine hanno avviato una delicata attività d’indagine volta a verificare se si tratti di casi isolati o di un’azione partita magari da uno o più istigatori.
È soprattutto una moda, con un effetto-cascata provocato spesso dal carisma di un capogruppo, in cui confluisce anche una concezione contorta di coraggio fisico.
Impossibile e controproducente entrare a gamba tesa nel mondo di quegli adolescenti, ragazzi e ragazze che presentavano ferite, presumibilmente da taglio, sulle mani e sulle braccia.
Cutting si chiama - dall’inglese to cut, tagliare - la pratica che ricorda la sottocultura Emo, termine che indica l’indole emotiva degli adolescenti che già negli anni ’80 adottavano uno stile non conforme, estremizzato in autolesionismo. L’universo vasto dei social network ha riportato in auge il fenomeno di recente, seguendo il moto ondivago delle mode che tornano, si reinventano e arricchiscono di nuovi particolari, in questo caso inquietanti.
I casi sospetti nella scuola salentina sono stati segnalati dal dirigente scolastico, insospettito da quei segni non comuni sulle mani di alcuni studenti. Da lì è seguito il coinvolgimento del personale docente prima e delle famiglie poi, spesso non al corrente di quanto accade nella stanza dei loro figli o in bagno, a casa, a scuola o fuori, al fine di scegliere la strada da seguire per saperne di più e aiutare in maniera concreta i ragazzi. Numerose riunioni sono state convocate a scuola e della vicenda sono stati informati i carabinieri, al lavoro per verificare se si tratti di episodi casuali o tra loro collegati. In un secondo momento si potrà prevedere il supporto di psicologi. Per ora la priorità è capire. Verificare.
In casi analoghi gli adolescenti giustificano le ferite, provocate da taglierini, temperamatite, cocci di vetro o chiodi, come danni da cadute accidentali, graffi casuali, ed è difficile che un genitore possa realizzare che dietro quei segni si nasconda qualcosa di più grave e profondo.
Nel 2013 a Lecce la Procura aprì un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio e circonvenzione di incapace, dopo che un padre aveva scoperto lesioni da taglio sul corpo della figlia di appena 12 anni.
Tracce di pratiche di autolesionismo furono rinvenute in alcuni gruppi creati ad hoc sui social, di cui la ragazzina faceva parte, motori ispiratori di azioni estreme che in alcuni casi possono sfociare nell’istigazione al suicidio. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia