«Sviluppo economico e cultura, un progetto tutto da costruire»

Carlo Salvemini
Carlo Salvemini, Lecce è città universitaria? Qual è la sua idea, la sua fotografia della realtà? ...

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Carlo Salvemini, Lecce è città universitaria? Qual è la sua idea, la sua fotografia della realtà?


«Qui Università e Comune sono le due più importanti istituzioni civili, con notevole numero di occupati. Ma in questi anni la crescita dell’Ateneo è avvenuta senza una pianificazione e una regia pubbliche, che sapessero tenere insieme i bisogni dell’ università con quelli della città. Non ci sono stati adeguati investimenti in servizi di supporto alla comunità universitaria, dai trasporti pubblici agli alloggi. Servizi che sono diritti per i nostri studenti, non concessioni. Da oltre 25 anni questo tema riempie sistematicamente i programmi dei candidati Sindaco ma ancora oggi è un tema non risolto. La città non è riuscita a investire su un rapporto virtuoso con il proprio Ateneo pur rappresentando evidentemente un capitale prezioso di ricerca, conoscenza, innovazione e di crescita, ma che stenta a diventare elemento identitario, a differenza di quanto succede in altre città italiane. Lecce non è ancora una città realmente universitaria e questo è un danno per la nostra economia e per la nostra cultura. Un’ennesima occasione mancata».

La sua proposta per una Lecce città universitaria. In che cosa consiste?


«Dobbiamo impegnarci nella costruzione di un rapporto sinergico e definire le migliori forme di collaborazione istituzionale. Anche siglando un protocollo, unico, per stabilire un orizzonte temporale di lavoro, scambio e obiettivi condivisi di governo. Affrontiamo il tema delle politiche abitative e sociali: oggi l’unica offerta pubblica è quella delle case dello studente regionali, ma esistono esempi di Comuni che hanno varato propri piani di edilizia destinati agli studenti. Va affrontato il tema dell’organizzazione e integrazione dei poli museali e bibliotecari, quelli comunali e quelli universitari. Un altro esempio: l’orto botanico. Chi ha la responsabilità dell’orto dovrebbe essere interlocutore naturale per la redazione del piano del verde cittadino. Comune e Ateneo devono dialogare, mettendosi uno al servizio dell’altro. Il ruolo di un sindaco è quello di agevolare questo incontro. Se tutto ciò non accade è evidente che si perdono occasioni importanti. Si pensi ad esempio all’area dello Sperimentale Tabacchi. Noi avevamo immaginato un sistema di parche pubblici, che mettesse in relazione quello delle Mura, con l’area verde dell’ex Sperimentale e Belloluogo. L’Università, però, sta seguendo altre strade. Il rapporto tra Comune di Lecce e Università oggi è inesistente, io voglio costruirlo». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia