«Ti sfregio con l'acido», ragazzina di 16 anni minacciata dall'ex. Scatta il divieto di avvicinamento

«Ti sfregio con l'acido», ragazzina di 16 anni minacciata dall'ex. Scatta il divieto di avvicinamento
«Ti butto l’acido». «P... ti trovo e ti ammazzo». Queste alcune delle frasi minacciose che un ragazzo di un paese del Sud Salento avrebbe rivolto...

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«Ti butto l’acido». «P... ti trovo e ti ammazzo». Queste alcune delle frasi minacciose che un ragazzo di un paese del Sud Salento avrebbe rivolto alla ex fidanzata dopo la decisione presa il mese scorso di interrompere la relazione durata tre anni. Lui 24 anni, avrebbe manifestato un comportamento violento: tra i fatti contestati anche quello di averla presa per i capelli per sbatterle la testa contro il finestrino della sua macchina. Ed ossessivo, gelosia ossessiva: l’avrebbe costretta a non mettersi il rossetto ed a cambiare sia abbigliamento che taglio di capelli per essere meno appariscente. Tanto da indurla a lasciarlo, chiudersi in casa e non andare più nemmeno a scuola. Proprio a scuola - ha 16 anni questa ragazza -, ha trovato il conforto, l’attenzione e l’amore di una docente che ha poi convinto lei ed i suoi genitori che l’unica strada da seguire fosse quella della denuncia-querela. 

 

Le violenze fisiche e l'allontanamento dai parenti


L’inchiesta della Procura di Lecce ha vagliato i fatti, acquisito testimonianze per giungere alla conclusione sulla necessità di tutelare l’incolumità della ragazza. Anche perché l’ex avrebbe fatto esplicite minacce anche al padre. Per questo è stato emesso un divieto di avvicinamento con l’accusa di atti persecutori, meglio conosciuti come stalking. Ed anche di violenza sessuale poiché per la differenza di età e di prestanza fisica, l’avrebbe obbligata ad avere rapporti senza il suo consenso.  
Ipotesi di reato e fatti sui quali l’indagato non ha detto una parola nell’interrogatorio di garanzia tenuto davanti alla giudice per le indagini preliminari Laura Liguori, assistito dagli avvocati difensori Mario Urso e Luigi Rella. Nessun riferimento neanche ai messaggi minacciosi inviati con Whatsapp ed ai comportamenti possessivi e violenti raccontati dalla ragazza quando è stata sentita dai carabinieri con l’assistenza di una psicologa.
Ha raccontato di averlo conosciuto nel 2018 ma che l’estate scorsa avrebbe cominciato manifestare una gelosia ossessiva sfociata presto in comportamenti prevaricatori e violenti. Come l’imposizione di non frequentare più nessuna delle sue amicizie e di prendere le distanze persino dai familiari e dalla nonna a cui questa ragazza è particolarmente affezionata. Niente più rossetto, abiti e taglio dei capelli anonimi ed anche minacce di morte mostrandole un coltello. 

Le minacce alla fine del rapporto


L’inchiesta condotta dalla Procura con i carabinieri racconta di comportamenti ancora più gravi adottati dal momento in cui la ragazza ha deciso di non reggere più una relazione improntata su questi presupposti: «Ti butto l’acido», «p... ti ammazzo, ti trovo e ti ammazzo», «chiama tuo papà all’uscita sennò morite... scappate perché vi faccio sbattere e morire», i messaggi inviati dopo avere constatato la fine della relazione.


«Si tratta, pertanto, di un quadro indiziario gravissimo e di univoca interpretazione quanto alla responsabilità dell’indagato per i fatti per i quali si procede», la valutazione della giudice che ha condiviso l’esigenza manifestata dalla Procura di fermare l’escalation di minacce e di violenza. Ora saranno il prosieguo dell’inchiesta e gli eventuali processi a stabilire la fondatezza delle accuse.

 

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Quotidiano Di Puglia