Blocchi di cemento, sacchi di rafia e pali di legno mai rimossi: la mareggiata “svela” l'abuso. Sigilli all'area dove sorgeva un lido

Blocchi di cemento, sacchi di rafia e pali di legno mai rimossi: la mareggiata “svela” l'abuso. Sigilli all'area dove sorgeva un lido
Torna sotto sequestro, dopo sei mesi, l'area demaniale marittima di Spiaggiabella, marina di Lecce, all'altezza di via della Pavoncelle, dove sorgeva il Lido Bacino Idume....

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Torna sotto sequestro, dopo sei mesi, l'area demaniale marittima di Spiaggiabella, marina di Lecce, all'altezza di via della Pavoncelle, dove sorgeva il Lido Bacino Idume. Le mareggiate delle ultime settimane, infatti, hanno disseppellito una serie di manufatti, tutti certamente riconducibili a parti di fondazione a supporto della struttura del citato stabilimento balneare, il cui titolare a suo tempo era stato autorizzato alla realizzazione di opere di facile rimozione a carattere precario e temporaneo.


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Martedì scorso, gli agenti della Polizia Giudiziaria del Comando di Viale Rossini e i tecnici dell'Ufficio demanio marittimo del Settore Urbanistica, impegnati in una attività programmata di ricognizione del litorale per la verifica dell'avvenuta demolizione degli stabilimenti balneari privi di permesso di costruire, si sono imbattuti nella presenza di blocchi di cemento, spuntoni di pali in legno, con supporto in ferro arrugginito, numerosi sacchi di rafia sintetica pieni di sabbia, in parte deteriorati o sfaldati, corrugati in plastica contenenti cavi elettrici e tubi in plastica di un impianti idrico, emersi parte sull'arenile, parte sul bagnasciuga.



Un'area di circa 700 metri quadrati è stata quindi messa in sicurezza per la tutela della pubblica incolumità.
Una successiva perizia tecnica ha definitivamente attestato l'esatta corrispondenza del sito, che comprende il cordolo dunale, con parte di un'area demaniale, già oggetto di concessione e di un primo provvedimento di apposizione di sigilli, della primavera 2018 per mancata demolizione, successivamente dissequestrata, in seguito al ripristino dello stato dei luoghi.


Il nuovo sequestro preventivo, disposto dall'Autorità Giudiziaria, si è reso necessario sussistendo il pericolo di alterazione, dispersione o modificazione del luogo interessato dal reato di grave trasformazione urbanistica del territorio demaniale e di potenziale inquinamento ambientale per la sospetta presenza delle cosiddette fosse imhoff, destinate alla raccolta dei reflui, mai rimosse. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia