Con l'auto contro il muro, muore a 17 anni: «Errori di entrambi gli automobilisti»

Con l'auto contro il muro, muore a 17 anni: «Errori di entrambi gli automobilisti»
La Volkswagen Sharan svoltò a sinistra senza l'indicatore lampeggiante di direzione e quando la Renault Clio con a bordo anche la vittima Siria Fanciullo, 17 anni, si...

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La Volkswagen Sharan svoltò a sinistra senza l'indicatore lampeggiante di direzione e quando la Renault Clio con a bordo anche la vittima Siria Fanciullo, 17 anni, si trovava di fronte a circa 42 metri. Quella Clio viaggiava ad una velocità fra i 110 ed i 115 km/h, sul tratto a due corsie della 275 fra Lucugnano ed Alessano, con l'asfalto bagnato dalla pioggia, gli pneumatici deteriorati e con il ruotino di scorta montato al posto della gomma anteriore sinistra. Con una velocità ridotta la carambola della Clio non si sarebbe conclusa violentemente contro il muro di cinta della ferramenta Bernardi. Impatto che causò la morte di Siria.


«Tagliò la strada all'auto e fuggì»: c'è un altro indagato per la morte della 17enne Siria
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Omicidio stradale: indagato il conducente dell'auto dopo la morte della ragazza di 17 anni

Lo dice il consulente della Procura di Lecce, l'ingegnere Antonio Vernaleone, nella perizia depositata nei giorni scorsi al pubblico ministero Donatina Buffelli: nell'incarico di stabilire le cause dell'incidente stradale della notte di Halloween dell'anno scorso in cui morì la 17enne studentessa di Presicce, il consulente ha individuato responsabilità sia a carico del conducente della Sharan che della Clio. Entrambi indagati per l'ipotesi di reato di omicidio stradale: M.T., 47 anni, di Alessano (difeso dall'avvocato Luigi Piccinni); W.A., 27 anni, di Presicce (avvocato Matteo Candella).
Toccherà ora al magistrato titolare dell'inchiesta condotta con i carabinieri della stazione di Alessano e della Compagnia di Tricase stabilire quale orientamento prendere e se e chi ritenere responsabile della morte di Siria.

La consulenza ha intanto evidenziato quelle che sono state ritenute le violazioni più marcate e pericolose del codice della strada, quella notte. Sostenendo che M.T. abbia causato l'incidente: a questa conclusione è arrivato il consulente analizzando i filmati degli impianti di videosorveglianza della Ferramenta Bernardi. La svolta improvvisa quando la Sharan stava per incrociare la Clio, innescò lo sbandamento dell'auto con a bordo W.A., Siria ed altre due ragazze.

La Clio è stata vista nei filmati deviare a sinistra, un cambio di traiettoria per evitare l'impatto quasi frontale con la Sharan. Poi sbanda a destra ed infine comincia a scarrocciare.
Come hanno raccontato le cronache, sulle prime era sembrato un incidente autonomo, quello della Clio. Fu poi W.A. a riferire ai carabinieri di quella macchina che gli avrebbe tagliato la strada. Ed i filmati degli impianti di videosorveglianza consentirono di rintracciare il conducente della Sharan. Dal canto suo M.T. non si fermò a prestare soccorso perché - raccontò ai carabinieri quando fu interrogato in caserma - non si era accorto di nulla.
E' risultata tuttavia più complessa la dinamica dell'incidente. Non fosse altro perché il consulente ha dedicato diverse considerazioni su come procedesse la Clio ed in che condizioni di marcia si trovasse.

Prima osservazione: la velocità. Quel 110-115 km/h su un tratto dove il limite potrebbe essere di 50 km/h se considerato centro abitato. Di 90 km/h se considerato invece strada provinciale. Sul punto l'ingegnere ha rassegnato ogni determinazione al pubblico ministero. Ad ogni modo è stato fatto presente che seppur il limite fosse stato di 90, le condizioni dell'asfalto reso scivoloso dalla pioggia, la presenza di negozi lungo quella strada e l'oscurità avrebbero suggerito una andatura non superiore ai 70 km/h.
Per dire infine che a 90 la Clio avrebbe scarrocciato per 64 metri, a 70 per 38 metri. Per dire che non avrebbe sbattuto contro quel muro dove si è spenta la vita di una ragazza di 17 anni.

Ora si attendono le conclusioni degli ingegneri Enrico Bellomo ed Antonio Sacino, consulenti dei due indagati. La famiglia si Siria si è intanto affidata allo studio dell'avvocato Giovanni Chiffi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia