Condannata a sei mesi di reclusione la badante polacca G.M., accusata di aver perseguito l’anziano che ha accaduto da settembre 2015 a gennaio 2016. Lei 56 anni e lui 88,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E temendo che volesse circuire lo zio, la licenziò. Da quel momento la badante avrebbe cominciato a tempestare di messaggi di amore l’anziano e di minacce il nipote: accusa quest’ultimo di essere la causa della fine della loro storia d’amore. Di notte e di giorno. Causando anche una crisi depressiva nell’anziano che non accettava la separazione da quella donna.
La testimonianza di quest’ultimo è stata ritenuta fondamentale nella la decisione di condannare l’imputata (difesa dall’avvocato Roberta Romano), ha scritto nella sentenza il giudice Maria Paola Sanghez. Atti persecutori, l’accusa.
Inoltre al nipote costituitosi parte civile con l’avvocato Giuseppe Milli, è stato riconosciuto un risarcimento dei danni di 15mila euro. La pena è stata dichiarata sospesa a condizione che l’imputata risarcisca il danno. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia