Seccia: «A Lecce, nel 2019, le spoglie di Sant'Oronzo»

La cassettina con le reliquie di Sant'Oronzo
<CP10.2>Le reliquie di Sant’Oronzo – quelle “nuove” – potrebbero arrivare a Lecce l’anno prossimo, in occasione della prossima festa di...

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<CP10.2>Le reliquie di Sant’Oronzo – quelle “nuove” – potrebbero arrivare a Lecce l’anno prossimo, in occasione della prossima festa di Sant’Oronzo. Mentre la festa patronale di Lecce è ormai questione di poche ore, su questa ipotesi si è ragionato ieri sera a Turi, dove monsignor Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, ha celebrato in una cattedrale piena fino all’inverosimile la messa con cui la cittadina barese ha dato il benvenuto alle innumerevoli confraternite giunte in città per le celebrazioni del Giubileo oronziano, indetto il 3 dicembre scorso da Papa Francesco per ricordare il 1950esimo anniversario del martirio di Sant’Oronzo, vescovo di Lecce. E patrono anche di Turi, dove il Santo aveva dato corso alle sue attività di predicazione.

«Una grande emozione», ha commentato monsignor Seccia ieri sera, al termine della celebrazione eucaristica, «soprattutto nella Grotta in cui Sant’Oronzo aveva iniziato da eremita il suo percorso spirituale. Un’accoglienza di popolo straordinaria - ha aggiunto l’arcivescovo -, ma non è giusto fare paragoni con Lecce: ognuno dà quello che ha».
Quanto al gemellaggio ipotizzato dall’arcivescovo nei primi giorni della scoperta del “nuovo” reliquiario, «vedremo», ha detto Seccia. «Per me è la prima volta che festeggio questa ricorrenza, e ho molto da imparare sulla vita e sulla storia di Sant’Oronzo. Inizieremo a lavorare in tal senso, nella speranza che Lecce risponda».
«Un’esplosione di colori e di gonfaloni», racconta anche Stefano De Carolis, il carabiniere esperto di opere d’arte artefice del riconoscimento delle “nuove” spoglie di Sant’Oronzo, che ieri sera – come ogni sera – alla chiusura della Cattedrale di Turi sono state prese e consegnate con una piccola processione alla vicina stazione dei Carabinieri, che hanno attivato al riguardo un servizio di vigilanza particolare (così come richiesto dalle autorità ecclesiastiche croate per consentire l’arrivo del reliquiario di Nona in Puglia, e dai Lloyd’s di Londra per assicurare le spoglie contro ogni incidente possibile). “Nuove” spoglie perché, come si ricorderà, si è sempre pensato che i resti di Sant’Oronzo vescovo di Lecce fossero custoditi a Zara; ma a giugno scorso una delegazione di Turi arrivata in Croazia aveva invece fortunosamente ritrovato un altro reliquario contenente tra l’altro i resti di Sant’Oronzo vescovo di Lecce, e alcuni documenti che escludevano invece il fatto che la cassettina di Zara fosse depositaria delle spoglie del patrono di Lecce (la cui immagine, la prima che si conosca, è tra l’altro cesellata sul reliquiario di Nona), contenendo invece i resti di un altro Sant’Oronzo.

Altra ipotesi allo studio un convegno interprovinciale sulle due cassettine protagoniste di questo “giallo” estivo di Sant’Oronzo, a Turi prima della fine del Giubileo oronziano e successivamente a Lecce, dove potrebbe essere invitato anche il professore croato che ha in qualche modo avallato la scoperta della delegazione di Turi, diradando i dubbi al riguardo con le sue certificazioni. Di certo l’arcivescovo di Lecce, alla fine della celebrazione della messa di ieri sera, ha così salutato la folla in festa: «Devo ammettere che siete arrivati prima di Lecce».
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Quotidiano Di Puglia